Scienza e tecnologia

Leonardo da Vinci, un uomo fuori dagli schemi del suo tempo

 

Roma, 24 mag. (askanews) - Eclettico, curiosissimo, completamente fuori dagli schemi. Un uomo che si sentiva diverso dagli uomini del suo tempo, forse anche per motivi di carattere genetico e neurologico. Questi i tratti di Leonardo da Vinci che emergono dall'intervista di askanews a Gilberto Corbellini, direttore del Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale del Cnr (Dsu-Cnr) e professore ordinario di Storia della medicina alla Sapienza di Roma, sul contributo di Leonardo alla storia della medicina. "Intanto - chiarisce Corbellini - diciamo che direttamente i contributi dei Leonardo alla storia della medicina sono stati zero perché quando lui è morto tutti i suoi disegni, le sue documentazioni sono sparite per un paio di secoli. Quindi la svolta, la rivoluzione anatomica in medicina quando Vesalio (Andrea Vesalio, autore del "De humani corporis fabrica" pubblicato nel 1543, ndr) confuta tutte le credenze anatomiche di Galeno e apre una nuova era nell'osservazione e nello studio del corpo umano. Quello che invece è interessante di Leonardo per uno storico che, a posteriori, vuole capire il suo tempo - osserva Corbellini - è che siamo di fronte a una persona completamente fuori dagli schemi del suo tempo. Le indagini anatomiche già si facevano, però si facevano tutte credendo a quello che Galeno aveva detto che si sarebbe visto nel corpo umano, ma che in realtà non c'era, e però Galeno non si metteva in discussione. Invece Leonardo, non avendo gli strumenti conoscitivi per farsi indottrinare dai medici del suo tempo (perché lui, come diceva, era un uomo senza lettere), faceva le sue osservazioni liberamente. Quindi faceva le dissezioni del corpo umano, le faceva per capire meglio non solo la forma ma anche il rapporto tra forma e funzione, quindi la fisiologia, il funzionamento del cuore, del sistema scheletrico, di quello muscolare. Quindi, secondo me, è questo il contributo alla storia della medicina, è il contributo alla storia della medicina come ricerca storica, ma alla medicina penso che contributi lui non ne abbia dati".Possiamo dire che, in qualche modo, Leonardo sia stato un ricercatore? "Se applichiamo anacronisticamente il termine ricercatore di oggi no, non lo era. Leonardo era una persona estremamente eclettica, cercava quello che voleva, era curiosissimo, conosceva molte cose, conosceva tutto quello che aveva a che fare con la possibilità di farsi un'esperienza dettagliata, il più possibile approfondita delle cose. Era un uomo del Rinascimento, che aveva una sua visione"."A mio parere - prosegue il prof. Corbellini - la caratteristica di Leonardo è che si sentiva diverso, completamente diverso da tutti quelli che gli stavano intorno. Secondo me anche per motivi di carattere genetico neurologico. Un neuroscienziato americano, in un bel libro sul cervello di Leonardo, sostiene che data tutta una serie di caratteristiche - il modo in cui disegna, la scrittura, l'essere mancino - lui doveva avere un corpo calloso estremamente denso. Il corpo calloso del cervello sono fibre che favoriscono la comunicazione tra l'emisfero sinistro e quello destro. L'emisfero sinistro logico-razionale, quello destro invece intuitivo, l'esplosione dell'inconscio. E questo potrebbe essere possibile. Io penso che non sia possibile separare le nostre idee, le nostre intuizioni, le nostre scoperte dalla nostra biologia. Quindi a suo tempo era un ricercatore? Beh tutti siamo ricercatori se riusciamo a sganciarci da chi ci vuole indottrinare e ci vuole far pensare come pensa la tradizione, come pensano quelli intorno a noi. No, lui pensava fuori dagli schemi".