Milano (askanews) - La bramosia per il denaro è al centro della divertente commedia "Alla faccia vostra" di Pierre Chesnot al Teatro Manzoni di Milano fino al 19 marzo. Una piece che ruota attorno a un cadavere con tanti colpi di scena tra equivoci, sotterfugi e ipocrisia. Nella Roma bene, uno scrittore di successo, Stefano Bosco, muore d'infarto e i parenti e le persone a lui vicine come mosche sul miele si avventano a caccia di eredità.Sul palcoscenico una coppia ormai collaudata Debora Caprioglio e Gianfranco Jannuzzo, che interpreta un ruolo della canaglia."E' un cialtrone, è uno che è pieno di debiti che deve ereditare questa fortuna o va in galera. Ma diventa una simpatica canaglia perchè non glie ne va bene una, è una specie di Paperino. Il pubblico finisce per essere quasi solidale con lui, ci prova in tutti i modi ma non riesce a essere cattivo fino in fondo. Si riscatta man mano, si capisce che lo fa perchè ha un bisogno contingente, ma la sua umanità è un'altra. Ricorda a tutti gli altri e anche al pubblico che bisogna stare attenti a non farsi condizionare dai soldi, che sono belli ma ma ne bastano pochi giusto per non avere mal di testa perchè il denaro corrompe, è questo il senso dello spettacolo".Debora Caprioglio, dopo gli inizi con Tinto Brass, torna a giocare con la sensualità col ruolo di Angela una procace e vistosa quarantenne che sposa per interesse lo scrittore."Diciamo che io che ho iniziato a 18 anni puntando molto sul mio fisico, e quando si è giovani è legittimo farlo, ma poi per anni ho cercato di puntare su altro mortificando il mio aspetto per far capire che oltre le gambe c'è di più. E ora dopo aver fatto dei personaggi in ci veramente ero infagottata nei vestiti, per questa volta ho deciso di sfogarmi e di tir fuori fin che mi è possibile il mio fisico in maniera comunque molto elegante e garbata giocando e ridendo come può fare una signora della mia età. Con il mio personaggio, quello di Angela, mi diverto molto".Ognuno dei personaggi ha interessi ben precisi nel patrimonio del defunto scrittore e usa qualsiasi mezzo per ottenerlo."Poi c'è un monologo finale che parla proprio del rapporto che abbiamo con denaro. Se ne abbiamo tantissimo diventiamo arroganti, se ne abbiamo poco siamo vigliacchi e ricattabili, il denaro ci condiziona nel bene e nel male".Un tema di grande attualità che fa sorridere, ridere ma anche pensare.