Covid: mortalità record in Valle d'Aosta, Calabria ultima. Ecco i dati - Affaritaliani.it

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Covid: mortalità record in Valle d'Aosta, Calabria ultima. Ecco i dati

I dati del report di Mediacom043 sull'evoluzione dell’incremento percentuale dei decessi e i tassi di mortalità nella prima ondata, fase estiva e seconda fase

Covid: qualche numero tra pima e seconda ondata

La seconda ondata di Covid-19, per il cui inizio si è preso come riferimento il periodo dall’1 ottobre al 20 dicembre (ultimo dato disponibile), sta per raggiungere il numero di decessi provocati dalla prima ondata, per la quale abbiamo preso a riferimento il periodo dal 24 febbraio (quando l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni ha iniziato a diffondere i dati) al 30 giugno. Nella prima ondata, infatti, il numero dei decessi da Covid è stato di 34mila 762, mentre la seconda ondata ne ha finora prodotti 32mila 905. Nell’intervallo tra le due ondate, tra l’1 luglio e il 30 settembre 2020, i decessi da Covid sono stati pari a 1.127.

tabella 1
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I decessi da Covid dal 24 febbraio al 30 giugno (prima ondata) sono stati, a livello nazionale, 57,71 ogni centomila abitanti, con una forte variabilità tra le regioni come si può vedere dalla tabella 1. Al 30 settembre i decessi da Covid erano saliti ma non di molto, 59,58 ogni centomila abitanti (tabella 2), mentre al 20 dicembre sono fortemente cresciuti a 114,20 per ogni centomila abitanti.

 

 

Il quadro dei decessi nella seconda ondata:

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Al 20 dicembre i decessi complessivi dall’inizio della pandemia ammontano a 68mila 799, con oltre la metà concentrati nel Nord-Ovest (35mila 043), seguito dal Nord-Est(10mila 966). L’incremento percentuale nella seconda ondata, iniziata convenzionalmente l’1 ottobre, a livello nazionale è del 91,7%.

Covid: Isole e Mezzogiorno su nella seconda ondata 

Ma è da notare come nel corso della seconda ondata, rispetto ai decessi raggiunti fino al 30 settembre, gli incrementi percentuali maggiori riguardano la Basilicata (+658,6%), il Lazio (+620%, da 2mila 374 a 3mila 292 tra l’1 ottobre e il 20 dicembre), la Sicilia (+592,9%), la Campania (+455,3%) e la Sardegna (+328,6%). Oltre il +300% anche Calabria (+322%) e Friuli Venezia Giulia (+307,1%). Gli incrementi minori dei decessi nella seconda ondata si registrano invece in Lombardia (+43,8%), Marche (+48,9%) ed Emilia Romagna (+58%).

In altre parole, in termini di incremento percentuale, a differenza della prima ondata sono in generale le regioni del Mezzogiorno, in particolare delle Isole, a mostrare gli aumenti più forti, dopo quella che è stata definita la ‘pazza estate’. Il Centro mostra +177,8%, il Nord-Est +42,2% e il Nord-Ovest +53,2%.

Covid: la Valle d'Aosta prende il primato della Lombardia

Se la Lombardia fino al periodo estivo deteneva il triste primato del numero di decessi ogni 100mila abitanti, al 20 dicembre è la Valle d’Aosta la regione con il tasso maggiore di mortalità (293 decessi da Covid ogni 100mila abitanti, contro i 241,28 della Lombardia e i 114,2 della media nazionale). Alle spalle della Lombardia, che è al secondo posto, terza per tasso di mortalità è la Liguria (179,38). Quindi Piemonte (173,40) ed Emilia Romagna (158,56). A parte la Valle d’Aosta, si tratta di regioni del Nord che, pur avendo avuto nella seconda ondata una crescita della percentuale dei decessi da Covid inferiore alla media nazionale, scontano i forti tassi di mortalità registrati nella prima ondata.

Oltre a queste 5 regioni, quelle che al 20 dicembre 2020 presentano un tasso di mortalità da Covid superiore alla media nazionale sono anche Trentino Alto Adige(142,54 decessi ogni 100mila abitanti), Friuli Venezia Giulia (117,97) e Veneto. Le altre regioni, molte delle quali come visto presentano un forte aumento percentuale dei decessi, restano tuttavia sotto la media nazionale del tasso di mortalità in virtù dei bassi livelli di morti che hanno registrato nella prima ondata della pandemia. Le regioni che hanno il tasso di mortalità più basso sono Calabria (21,93) – che rispetto alla prima ondata passa dal penultimo all’ultimo posto – Basilicata (39,50) e Sardegna (40,48), che scende di due posizioni.

Covid: nel Nord- Est l'Emilia Romagna è prima 

A livello di circoscrizioni territoriali, nel Nord-Est è l’Emilia Romagna a presentare il tasso d mortalità da Covid più elevato (158,6), nel Centro le Marche (97,21), nel Sud continentale l’Abruzzo (92,38) e nelle Isole la Sicilia (43,37). Da rilevare che nel Mezzogiorno, a differenza di quanto avvenuto nella prima ondata della pandemia, quando il tasso di mortalità nelle Isole era poco più della metà di quello del Sud continentale, nella seconda ondata i due valori appaiono sostanzialmente appaiati.

Da notare che, rispetto alla prima ondata, a causa dell’espansione della circolazione del virus nel Paese e del forte incremento percentuale dei decessi in zone che nella prima ondata si erano in qualche modo salvate, le distanze tra le regioni più colpite e quelle meno colpite si restringono in termini di tasso di mortalità, come emerge dal confronto tra la tabella 1 e la tabella 3. Così, ad esempio, se nella prima ondata erano 8 le regioni con un tassodi mortalità da Covid sopra la media nazionale, nella seconda ondata diventano 10. E, ancora, la distanza tra la regione più colpita e quella meno, sempre in termini di tasso di decessi da Covid, scende da 33,95 volte (la Lombardia al 30 giugno aveva un indice di 164,69, la Basilicata di 4,85) a 13,37 (la Valle d’Aosta al 20 dicembre ha 293,22 decessi ogni 100mila abitanti, la Calabria di 21,93).