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Coronavirus
Covid, Lombardia e Campania le regioni con la mortalità più alta sul lavoro

La geografia dell’emergenza Covid sul lavoro rimane pressoché invariata: Lombardia, Campania, Liguria, Abruzzo, Puglia e Molise sono le zone rosse del Paese, ovvero quelle con il più alto rischio di mortalità per Covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata, in 21 mesi di pandemia.

È questo il primo e più significativo risultato che emerge nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail.

Un’elaborazione dettagliata quella realizzata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino che vede ancora una volta il rischio di mortalità meno elevato in Trentino Alto Adige, Basilicata, Sardegna, Toscana, Calabria e Veneto (vedi tabelle allegate).

E, ancora una volta, il Veneto che anche dopo 21 mesi di emergenza sanitaria risulta essere la regione con il minor rischio di mortalità tra le regioni con il più alto numero di occupati. Infatti, rispetto ad un’incidenza media nazionale pari a 33,3, il Veneto fa registrate un indice di 15,6. Ben lontano dai più preoccupanti valori di Lombardia (43,8) e Lazio (34,6). Tra gli indici più preoccupanti si rilevano quelli di Molise (75,7), Campania (60,7), Abruzzo (53,2) e Liguria (46,6) Puglia (44,2).

Da gennaio 2020 a settembre 2021 si contano 762 decessi. Nel mese di settembre si sono registrate 15 vittime del Covid, facendo rilevare un incremento della mortalità pari al 2%.

“Importante sottolineare, come precisato dall’Inail, che di questi 15 casi, solo 2 decessi sono relativi a settembre, mentre gli altri rientrano nella casistica dei mesi passati – precisa Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – Questo a testimonianza del fatto che le vaccinazioni, il comportamento sempre più consapevole dei lavoratori e il diffuso utilizzo dei dispositivi di protezione, hanno contribuito certamente in modo efficace al calo dei contagi e dei decessi”.

Intanto spetta ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime sul lavoro per Covid con il 25,6% delle denunce (193 decessi), seguita da: Campania (98 decessi), Lazio (81 decessi), Piemonte (59), Puglia (54), Emilia Romagna (49 decessi), Sicilia (43), Veneto (33), Liguria (28 decessi), Abruzzo (26), Toscana (25), Marche (21), Friuli Venezia Giulia (10), Umbria (9), Molise, Calabria e Sardegna (8), Provincia autonoma di Trento (3), Valle d’Aosta, Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano (2).

Gli uomini rappresentano oltre l’82,9% delle vittime. La fascia d’età maggiormente colpita è quella che va dai 50 ai 64 anni con il 71,8% dei casi di morte.

Sul fronte della mortalità per settore, l’88% delle denunce di morti sul lavoro per Covid appartiene all’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva continua ad emergere il triste primato del settore Sanità e Assistenza Sociale con il 22,7% delle denunce con esito mortale; seguono con il 13,1% il settore Trasporti e Magazzinaggi e con il 11,6% dei casi le Attività Manifatturiere (lavorazione prodotti chimici, farmaceutica, stampa, ind. alimentare…); con il 10,5% invece si trova il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (attività degli organi preposti alla sanità es. Asl, legislativi, esecutivi), con il 10,1% quello del Commercio e con il 7% quello delle Costruzioni.

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