Puglia, “Vaccino ai dializzati entro marzo. Lopalco? Fa il suo mestiere ma…” - Affaritaliani.it

Coronavirus

Puglia, “Vaccino ai dializzati entro marzo. Lopalco? Fa il suo mestiere ma…”

di Gabriele Penna

Emodializzati e soggetti in attesa di trapianto aspettano il vaccino anti-Covid, si temono ritardi. Su Affari parla Loreto Gesualdo, ordinario di nefrologia

Professore, i dializzati e i soggetti in attesa di trapianto aspettano il vaccino anti-Covid, a che punto siamo in Puglia?

“I primi a essere vaccinati saranno i dializzati, a seguire i trapiantati e subito dopo i pazienti affetti da malattia renale cronica. La società italiana di nefrologia, insieme all’Istituto superiore di sanità e allo Spallanzani, ha messo a punto uno studio per il monitoraggio post-vaccinale dei pazienti in dialisi. Per quanto riguarda la situazione pugliese, ogni provincia sta raccogliendo, attraverso un responsabile, i dati dei singoli emodializzati per poter predisporre un piano vaccinale con le relative tempistiche. Questo grazie alla rete regionale nefrologica-dialitica trapiantologica (Rendit) divisa in 3 vaste aree della Puglia, Nord, Centro e Sud”.

Durante la sperimentazione dei vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca non sono stati effettuati test sui dializzati, c’è qualche rischio?

“Partiamo dal presupposto che tutti i vaccini sono efficaci. I pazienti particolarmente fragili come i dializzati e trapiantati, per disposizioni ministeriali, saranno vaccinati con il vaccino Pfizer o Moderna”.

Ma lei esclude che ci possano essere effetti indesiderati su questi soggetti particolarmente fragili?

“Chi verrà sottoposto a trapianto in questo periodo sarà vaccinato a distanza di 6 mesi perché riceve una immunosoppressione importante. Quanto alla malattia renale cronica stiamo predisponendo uno studio di osservazione per monitorare gli effetti post-vaccinali. In quanto pazienti immunologici è giusto che vengano osservati perché su questi soggetti c’è poca letteratura”.

Quanti dializzati e soggetti in attesa di trapianto ci sono in Puglia?

“Sono circa 4mila pazienti dializzati, compresi quelli in dialisi peritoneale. I pazienti in attesa di trapianto renale sono circa 2mila”.

Un numero di vaccinazioni sostenibile…

Loreto Gesualdo, ordinario di Nefrologia presso l’Università di Bari. È coordinatore regionale dei trapianti d’Organo. Tra i Top Italian Scientist, macroarea Clinical Sciences, con un H-index di 60 e circa 16.000 citazioni, Gesualdo è stato Presidente della Società Italiana di Nefrologia e durante la sua presidenza ha lanciato la campagna “Scacco matto al rene malato: vogliamo un mondo libero dalla dialisi”, attualmente lavora a un progetto umanitario in Uganda presso la Università di Mbarara.

“Sono 6mila pazienti che distribuiti sulle 6 province significa un carico di lavoro pari a 1000 pazienti per città. La rete nefrologica sta facendo squadra”.

In quanto tempo si vaccinano questi 6mila pazienti?

“Se ci coordiniamo bene ce la facciamo in una settimana. I dializzati vengono 3 volte a settimana nei nostri centri”.

I centri saranno il luogo in cui si vaccineranno i dializzati?

“Si, è il luogo che si sta pensando di utilizzare per i dializzati. Per i trapiantati invece stiamo pensando di raccoglierli nei 6/7 centri di riferimento della regione”.

Entro la metà di marzo si chiude questa partita?

“Entro il mese di marzo tutta la categoria dei dializzati e dei trapiantati saranno vaccinati. Ci auguriamo anche di partire anche con la categoria dei pazienti con malattia renale cronica”

La vaccinazione sugli over 80, categoria che precede i dializzati, quando finirà?

“Intorno al 10 marzo circa”.

Come giudica l’operato dell’assessore alla Salute Lopalco fino a questo momento?

“Ha fatto il suo mestiere di epidemiologo. Il mio giudizio personale è che abbiamo giocato troppo con le zone a colori. Israele, che è un modello, ha dimostrato che con un lockdown serio di tre settimane, è stato in grado di riaprire e vaccinare in maniera organizzata la gran parte della popolazione. È la formula migliore se vogliamo tornare a vivere. So che è impopolare dirlo, occorre fare ciò che è stato fatto ad aprile ma facendo poi il tracciamento”.