Donne, vittime anche nella cabala - Affaritaliani.it

Costume

Donne, vittime anche nella cabala

La giornata internazionale contro la violenza femminile e la cabala napoletana

Di Giovanna Guzzetti

Oggi, 25 novembre 2016, propongo di giocare questa quaterna secca: 5, 11, 21, 86. Tutta cabala napoletana? Quasi. Numeri quanto mai calzanti nella giornata internazionale contro la violenza femminile.

Non staremo qui a (ri)dire quanto il fenomeno sia diffuso; come la violenza – intensa anche come sopraffazione (solo) psicologica – sia un fenomeno molto diffuso e presente nella stragrande maggioranza delle nostre case.

Torniamo ai numeri. 5 sono i milioni di euro che il Governo ha appena (ri)dato ai centri antiviolenza che sono il primo punto di ascolto e di soccorso per molte donne; 21 è la donna nella cabala napoletana che con l’11 indica invece la donna morta (anche sul piano aritmetico vale meno, mannaggia). Ma 86 è il numero delle vittime di femminicidio fino ad oggi nel 2016 nel nostro Paese. Ogni anno le contiamo queste vittime ed enunciamo una serie di buoni propositi. Per loro, vittime, per le vittime delle vittime – i figli che rimangono soli al mondo perché spesso l’assassino (e se lo chiamassimo boia?) è il loro padre, per le vittime potenziali.

E ogni anno si rifà la conta.

Oggi, però, in contemporanea alla cifra degli stanziamenti, l’Istat ha rivelato che le vittime di stalking (in larghissima misura donne) sono 3,5 milioni. Occhio e croce, neanche un euro a mezzo a vittima… Solo con gli stanziamenti (spesa corrente?) non possiamo oggettivamente andare molto lontano; quelli che servono sono gli investimenti in una rivoluzione culturale che reintroduca il rispetto di genere che l’emancipazione femminile ed una apertura dei costumi sessuali (inutile negarlo) non hanno garantito.  

Senza dimenticare che le donne la libertà di scegliere, dire no e ribellarsi (sì, va fatto!) a violenze, pressioni e pregiudizi la possono trovare soprattutto con l’indipendenza, economica in primis. Per questo le donne devono combattere prima di tutto per il loro lavoro, per trovarlo e conservarlo, anche se tutto ciò costa sacrifici e può avere prezzi personali non trascurabili.

Il soffitto di cristallo non l’avrebbe rotto solo Hillary Clinton se fosse arrivata alla Casa Bianca da Presidente; il nostro lo incriniamo noi ogni giorno con costanza e determinazione, se ci crediamo. E a chi ci dovesse ricordare che è un’opera improba, rispondiamo perentoriamente: “Gutta cavat lapidem”.