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Fondazione Fs, il successo della mobilità dolce e lenta

Centotrentamila turisti hanno scelto, nel biennio 2016/17, i treni d’epoca di Fondazione Fs Italiane per provare l’esperienza di viaggio lenta, scoprire scorci suggestivi d’Italia e luoghi ricchi di storia e cultura. Una crescita del 45% rispetto al precedente biennio 2014-2015 che testimonia il successo della mobilità dolce, ai ritmi di una volta. I risultati raggiunti e le importanti sfide future -come il restauro dei treni storici di lusso Arlecchino (Etr 250), Settebello (Etr 300), Polifemo (Etr 200) e Pendolino (Etr 450)- sono stati illustrati oggi al MiBact da Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo e Mauro Moretti, presidente della Fondazione Fs Italiane.

“Il turismo ferroviario consente la scoperta delle bellezze dei territori italiani meno conosciuti e il loro rilancio in chiave sostenibile. Oggi anche grazie ai treni storici si scoprono nuovi itinerari paesaggistici e culturali e si investe nel turismo sostenibile favorendo esperienze di viaggio innovative”. Così il ministro Franceschini che ha sottolineato: “Il turismo ferroviario è in forte crescita, questi dati lo dimostrano, ed è parte di una strategia di sviluppo che ha come fine il rilancio di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico al mondo”.

 Dal canto suo, Moretti ha sottolineato che i risultati raggiunti testimoniano l’attrattività della storia e della cultura ferroviaria del Paese. “Quando riusciamo ad abbinare fascino ed efficienza della tecnica e della tecnologia nazionale con le bellezze paesaggistiche e naturali italiane in una formula turistica innovativa riscuotiamo successo e siamo esempio e volano per lo sviluppo del sistema Paese”, ha commentato Moretti.

Sono molte le regioni italiane che hanno inserito itinerari con treni d'epoca nei progetti finanziati per sostenere e valorizzare questa nuova offerta turistica. Tra queste, l’Abruzzo, la Campania, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, Molise, Piemonte, Toscana e Sicilia. E suggestivi sono gli itinerari che attraggono, in particolare, stranieri e amanti della natura, appassionati del mondo ferroviario, giovani e famiglie, perché i treni storici percorrono principalmente territori immersi nel verde con un viaggio lento e dolce che consente ai turisti di godere appieno delle meraviglie del Belpaese.

L’incremento di domanda turistica, in questo comparto, è stato registrato anche grazie alla collaborazione con il MiBact che, dal 3 dicembre 2015, è socio aderente della Fondazione Fs Italiane. Il ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo ha fornito consistenti contributi economici, fra cui due milioni di euro per il restauro del Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio.

Rilevante anche l’investimento da parte di Fondazione Fs Italiane che ha stanziato 80 milioni di euro per il recupero e la valorizzazione di storiche infrastrutture di trasporto: linee ferroviarie, ex caselli e stazioni. Interventi fatti assieme a Rete Ferroviaria Italiana. In particolare, è stato completato il restauro del Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa (Napoli), con un investimento di circa 20 milioni di euro. Museo che nel 2017 ha registrato il record di presenze: oltre 110mila visitatori, +58% rispetto al 2016 e +647% rispetto al 2014. Nel luglio 2017 è stato avviato il processo di restauro del Museo di Trieste Campo Marzio per un investimento complessivo di circa 5 milioni di euro.

Inoltre, in soli tre anni, sono state, riaperte all’esercizio turistico nove linee ferroviarie per quasi 600 chilometri di binari, per sviluppare il turismo lento e pienamente sostenibile. Nel 2014 sono state riattivate in Lombardia la Ferrovia del Lago, fra Palazzolo sull’Oglio e Paratico Sarnico (10 km); in Toscana la Ferrovia della Val d’Orcia, fra Asciano e Monte Antico (51 km); la Ferrovia del Parco, fra Sulmona e Carpinone che collega Abruzzo e Molise (118 km); e in Sicilia la Ferrovia dei Templi, fra Agrigento Bassa e Porto Empedocle (12 km). Nel 2015 è tornata operativa in Piemonte la Ferrovia della Valsesia, fra Vignale e Varallo Sesia (51 km). Nel 2016 in Piemonte la Ferrovia del Tanaro, fra Ceva e Ormea (35 km) e in Campania la Ferrovia dell’Irpinia, fra Avellino e Rocchetta (119 km). Nel 2017 ha riaperto la Benevento - Bosco Redole che collega Campania e Molise (66 km). Infine nel 2018 in Friuli Venezia Giulia è tornata operativa la Maniago-Gemona del Friuli (41 km).

Nel 2017 i treni storici della Fondazione hanno effettuato circa 770 viaggi (+47% rispetto al 2016, +269% rispetto al 2014) trasportando circa 68.500 viaggiatori (+14% rispetto al 2016, +185% rispetto al 2014). Incassi complessivi oltre 2 milioni di euro (+51% rispetto al 2016, +230% rispetto al 2014).

 

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