Cronache
Addio privacy per i morti, gli eredi potranno accedere a tutte le password



Il Tribunale di Milano dà ragione ad una vedova, potrà entrare in tutti gli account del marito defunto. La sentenza è destinata a fare giurisprudenza
I morti non avranno più privacy, basta segreti portati nella tomba
La decisione del tribunale di Milano ha già creato lo scompiglio. Una sentenza del giudice ha permesso ad una vedova di ottenere tutte le password degli account del marito morto, una scelta che è destinata a fare giurisprudenza perché d'ora in poi non si potrà più affermare "tutti i segreti sono rimasti nella tomba". L'eredità digitale - si legge sul Messaggero - rischia di mandare in soffitta il diritto alla privacy. Una sentenza che, di fatto, consegna alla moglie le chiavi d'accesso alla vita virtuale del marito che, non si può escludere, proprio lì avrebbe potuto gelosamente custodire documenti, fotografie, conversazioni private o prove inconfutabili di relazioni extraconiugali. Si tratta di una decisione che coinvolge numerosi interessi ma che rischia di minare le esigenze di tutela della privacy.
La regola generale che però rende la materia suscettibile a più interpretazioni, - prosegue il Messaggero - è quella della sopravvivenza dei diritti dell'interessato in seguito alla morte, nonché quella della possibilità del loro esercizio, post mortem, da parte di determinati soggetti legittimati all'esercizio dei diritti stessi. Per cui - afferma il matrimonialista Marco Meliti- "non è sufficiente sottoscrivere al momento dell'apertura di un account le clausole generali di contratto per precludere agli eredi la possibilità di accedere all'archivio digitale del defunto in quanto occorre che, tale volontà, risulti in maniera inequivoca magari attraverso l'approvazione espressa di un'apposita clausola". Certo è che la complessità del mondo digitale e la mancanza di norme stringenti, espone al rischio di entrare in contatto con questioni e situazioni il cui segreto, ciascuno di noi, vorrebbe portare nella tomba.