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Affaritaliani sale in cattedra, dal click "che non basta più" al futuro del giornalismo sul web: la lezione del direttore Scotti alla Luiss- VIDEO
Dal caso Affaritaliani al futuro delle notizie: quando il “qui e ora” conta più del resto. L'incontro tra il direttore Scotti e gli alunni dell'Università Luiss di Roma

Affaritaliani sale in cattedra, la lezione del direttore Scotti alla Luiss di Roma - VIDEO
Sabato 27 settembre, il direttore di Affaritaliani, Marco Scotti, è intervenuto all'Università LUISS di Roma nell’ambito del Master di secondo livello diretto da Francesco Giorgino, organizzato dalla School of Government dell’ateneo di Confindustria. La lezione si è sviluppata principalmente su quattro tematiche: lo stato attuale in cui verte l'editoria, i contenuti che oggi "funzionano" meglio di altri sull'online, come si organizza una redazione digitale e il futuro del giornalismo sul web che non passa più per dei semplici "click".
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Il mondo dell'editoria di oggi e il "click" che non basta più
"Affaritaliani, ma credo ormai tutte le testate che ancora sopravvivono, non si regge più tanto sul click", ha esordito il direttore di Affaritaliani Marco Scotti durante la lezione tenuta alla Luiss. Il valore economico delle visualizzazioni, un tempo centrale, è oggi "veramente infinitesimale e ormai residuale rispetto a tutto il resto". Oggi, infatti, ciò che consente alle testate di restare in piedi non è più il numero di lettori, ma la qualità delle relazioni commerciali: "Quello che tiene in piedi i giornali e permette di andare avanti non è tanto il fatto di dire 'faccio 100.000 click o 2 milioni', ma il fatto di avere degli accordi one-to-one con le aziende, che permettano di fare quello che noi chiamiamo progetti speciali". In altre parole: branded content.
Il traffico, dunque, è utile ma non sufficiente. Per questo Affaritaliani continua a pubblicare ogni giorno "10, 12, 15, 20 notizie al giorno", indispensabili a "mantenere i volumi di traffico che ci competono". Tuttavia, anche i contenuti apparentemente “leggeri” o di gossip, presenti in modo strategico sulle home page di molte testate, compreso il Corriere della Sera, rispondono a logiche di mercato: "Non c’è particolare interesse a intervistare questo o quello, ma l’intervista viene fatta nel momento in cui il personaggio X o Y torna all’attualità, magari perché parte il Grande Fratello".
Come è organizzato il lavoro redazionale
Dietro le quinte, il lavoro della redazione è organizzato in maniera precisa. "Noi facciamo mediamente dalle sette e mezza del mattino alle otto e mezza di sera", ha spiegato il direttore Scotti, "ma in realtà abbiamo una persona che dalle cinque e mezza inizia a monitorare tutto quello che è successo nella notte, soprattutto per quanto riguarda fusi orari differenti dal nostro". La giornata si apre quindi con una "rassegna stampa ragionata" e un lavoro continuo di aggiornamento e selezione dei contenuti, che si basa non solo sulla copertura delle notizie, ma anche sulla valorizzazione di format e linguaggi alternativi.
I contenuti più ricercati e lo sviluppo di nuovi progetti
Un esempio efficace è rappresentato dai contenuti che legano economia e personaggi noti: "C'è una società interessante che ha fatto lavori su Ferragni, sui De Benedetti, su tanti soggetti differenti, lo manda all’alba, e queste notizie piacciono molto. Quando si leggono nomi legati ai soldi, questo è un modo di raccontare l’economia che piace sempre tantissimo". Un approccio che abbina informazione e attrattività, in una forma narrativa che coinvolge il lettore e lo trattiene.
Il team editoriale si compone anche di figure “ibride”, capaci di lavorare con linguaggi nuovi: "Ci sono tutta una serie di figure ibride, per esempio quelle che fanno videomaking: mandano i loro contributi e noi li inseriamo in formato video". Parallelamente, è in corso lo sviluppo di nuove linee editoriali, come la sezione podcast, a cui saranno assegnate risorse dedicate. "Stiamo attivando anche tutta la parte dei podcast, come dicevamo prima, quindi ci saranno poi anche le persone che si occuperanno di questo. C'è la parte dei social, dove stiamo cercando di darci un'immagine più istituzionale, più interessante", ha sottolineato il direttore.
Questa strategia di rinnovamento ha riguardato anche gli eventi organizzati dal giornale. "La Piazza che abbiamo fatto quest’estate ha avuto un’impronta completamente diversa: abbiamo avuto anche dei moderatori diversi rispetto al passato". L’obiettivo è chiaro: valorizzare l’identità della testata e costruire relazioni di lungo periodo, coerenti con una visione evolutiva dell’editoria.
Il futuro del giornalismo digitale
In conclusione, il direttore Scotti ha ribadito un concetto centrale: "Il traffico in quanto tale rappresenta una parte piccola, non dico residuale, ma piccola, dei nostri ricavi". È su tutto il resto che si gioca la sostenibilità del giornalismo digitale. Contenuti personalizzati, progetti verticali, branded content, relazioni istituzionali, sviluppo di format video e audio: sono queste le leve fondamentali per costruire un modello che funzioni oggi e, soprattutto, nel prossimo futuro.