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Affari Italiani.it. Il primo quotidiano digitale, dal 1996Cagliari, branco di bulle picchia una coetanea: “Fai la brava o ti ammazzo"
Calci, pugni e capelli strappati: "Sei una debole". Gli insulti sono proseguiti su Instagram nei giorni successivi
Cagliari, branco di bulle picchia una studentessa: lesioni aggravate e minacce gravi i reati contestati
Lesioni aggravate e minacce gravi: sono i reati contestati a due ragazze minorenni e ad una 21enne denunciate dalla polizia per aver picchiato una studentessa 20enne di Cagliari. I fatti risalgono al 9 febbraio scorso e sono avvenuti di fronte alla stazione dei pullman in Piazza Matteotti, nel capoluogo sardo.
Le tre, residenti nell’hinterland di Cagliari, si sono scagliate contro la coetanea perché, secondo la ricostruzione degli agenti della squadra mobile, un ragazzo aveva fatto degli apprezzamenti gentili nei suoi confronti, dopo aver respinto una delle presunte bulle che aveva tentato un approccio con il giovane.
Cagliari, calci e capelli strappati. La minaccia delle bulle: “Fai la brava o ti ammazzo”
La ragazza respinta, a quel punto, avrebbe iniziato a offendere e minacciare la coetanea e poi, in un crescendo di insulti, l’avrebbe afferrata per i capelli per poi picchiarla con l’aiuto delle altre due amiche. "Sei una debole, fai la brava se no ti ammazzo": così sarebbe stata minacciata la 20enne. Un’aggressione continuata anche quando la ragazza è caduta a terra: è stata colpita infatti, sempre secondo il quadro accusatorio, da calci alla testa, all’addome e le sono state strappate anche alcune ciocche di capelli.
La giovane è dovuta ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’Ospedale “Brotzu” per una contusione cranica e alla mandibola ed ha ricevuto una prognosi di dieci giorni.
Cagliari, l’ira delle bulle: gli insulti sui social nei giorni seguenti
All’aggressione avrebbero assistito alcuni passanti ma nessuno è intervenuto o ha chiamato la polizia. Le indagini sono partite dalla denuncia della vittima. Insulti e minacce, hanno ricostruito gli investigatori, sono proseguiti nei giorni successivi attraverso Instagram.
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