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Cronache

Sorprende la decisione della Regione Veneto, presieduta dal leghista Luca Zaia, di scontrarsi con lo Stato centrale, concedendo una proroga di due anni rispetto alle indicazioni del decreto legge di prevenzione vaccinale che prevede l'obbligo di 10 vaccini per tutti i bambini da 0 a 6 anni per l'ammissione ai nidi e alle scuole dell'infanzia.

I vaccini sono l'intervento di sanità pubblica più importante della storia dell'umanità, che hanno abbattuto i tassi di morbosità e mortalità di patologie prevenibili. Non si tratta di opinioni ma di scienza - che non è democratica (come del resto tutte le discipline umane, nessuno, il personaggio di Tarzan insegna, nasce con la conoscenza). Gli inglesi parlano di "evidence-based medicine", ossia di medicina basata su prove di efficacia, sulla sperimentazione, sul metodo scientifico che trasforma i risultati della ricerca in decisioni cliniche. Il resto è para-medicina, stregoneria, magia.

Per questo suona paradossale il lapsus, senza importanza, dovuto probabilmente alla impronta cattolica dell'Italia, della ministra della Salute Beatrice Lorenzin che ha definito "sacrosanto" il provvedimento. Dall'inizio del 2017 sono stati segnalati 3.670 casi di morbillo e tre decessi, con un incremento di oltre il 500% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Vuoi per scarsa consapevolezza degli effetti delle vaccinazioni, vuoi per il diffondersi di teorie prive di fondamento scientifico (fake news), vuoi per l'insorgere di movimenti ideologici (no vax), sta venendo meno la cosiddetta immunità di gregge ("herd immunity"), cioè la protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa della popolazione tutela gli individui che non hanno sviluppato l'immunità o che non possono essere vaccinati. In democrazia la libertà dell'individuo finisce dove inizia quella degli altri e lo Stato tutela la salute dei cittadini: la libertà basata sulla non conoscenza (magari in buona fede) non può compromettere la salute altrui.

La Regione Veneto - in attesa dell'esito del ricorso alla Consulta - spiega la decisione coi tempi tecnici. Di là di ciò, oltre l'oggettiva difficoltà di approntare in poco tempo un tale sistema di vaccinazioni, dispiace in particolare che la scelta sia del Veneto, la Regione che come la Lombardia ha indetto il referendum consultivo per l'autonomia, nel medesimo giorno, domenica 22 ottobre, una scelta pragmatica, che apre ed educa al federalismo, un fondamento della democrazia. Che cosa c'è di altrettanto pragmatico della scienza e della medicina? Certo, sono argomenti diversi, ma così facendo il Veneto (evidenziando una sorta di spirito anarchico dei suoi cittadini) indebolisce in qualche modo l'esempio e il messaggio pragmatici che Lombardia e Veneto stanno dando alle altre regioni e al Paese col referendum sull'autonomia.

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caso vaccini
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