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Cronache
Cile, maxi-rissa in Parlamento: volano calci e pugni

Cile, rissa al Congresso. E domenica si vota

A pochi giorni dal referendum sulla nuova Costituzione, in Cile la tensione politica è alle stelle. Durante una seduta al Congresso è scoppiata una rissa tra due deputati di forze politiche con posizioni opposte in merito al progetto di Costituzione che domenica sarà sottoposto al voto dei cileni, in sostituzione di quella vigente, ereditata dalla dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990). Protagonisti della ‘bagarre’ in parlamento sono stati il deputato di estrema destra, Gonzalo de la Carrera, che ha dato un pugno nell’occhio e calci al vice presidente della Camera dei deputati, Alexis Sepulveda, del Partito radicale, di centrosinistra. 

Nel momento clou della rissa, al Congresso con sede a Valparaiso (Centro), il dibattito si era fatto molto acceso tra i parlamentari. I due protagonisti della lite fisica e verbale si sono accusati a vicenda di aver subito un’aggressione da parte dell’altro, iniziata secondo versioni concordanti da de la Carrera. Il parlamentare di estrema destra si oppone fermamente al progetto di nuova Costituzione in Cile. E’ stato subito sconfessato dai colleghi per questo gesto violento, poi denunciato alla Commissione Etica della Camera dei Deputati ed escluso dal seggio del Partito Repubblicano.

La rissa al Congresso cileno si è verificata in un contesto socio-politico globalmente teso nel Paese, teatro lo scorso fine settimana di scontri con lanci di pietre e colpi di frusta tra sostenitori e detrattori della nuova Costituzione. I disordini sono scoppiati al centro di Santiago, la capitale, e si sono conclusi con un bilancio di diversi feriti. Domenica 3 settembre più di 15 milioni di cileni sono chiamati alle urne per un voto obbligatorio teso a convalidare o respingere la nuova Costituzione che mira a sostituire l'attuale Magna Carta ereditata dalla dittatura di Pinochet. Il testo è stato stilato da un’apposita assemblea costituente, sulla scia di proteste popolari senza precedenti scoppiate nell’autunno 2019 contro il carovita e un sistema socio-economico iniquo che da allora hanno portato ad un rapido processo di trasformazione istituzionale. Se il testo verrà bocciato, l'attuale Costituzione, riformata decine di volte dopo il ritorno alla democrazia, resterà in vigore.

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