Coronavirus, in Veneto sì alle seconde case. Le Marche riaprono le gelaterie
Le Regioni vanno in ordine sparso, non c'è una linea comune: è il caos più totale, scontro aperto con il governo
Coronavirus, in Veneto sì alle seconde case. Le Marche riaprono le gelaterie
L'emergenza Coronavirus in Italia non si placa. La "fase 2" che ha in mente il governo, non coincide con le idee delle Regioni. Così si va in ordine sparso, da chi come il Veneto riapre quasi tutto a chi cerca di interpretare il Dpcm a modo suo, manca una linea comune. Tra i più critici - si legge sul Corriere della Sera - c’è Luca Zaia, presidente del Veneto, che in queste settimane ha dimostrato di voler agire in autonomia: «L’approccio è sbagliato, dobbiamo rovesciarlo. Si deve mettere in sicurezza il cittadino, con i dispositivi di protezione, e poi aprire tutto quello che è possibile». Zaia critica, quasi provocatoriamente: «Dicono che sconfino. Ma sconfino che? Sconfina il governo. Allora, visto che sconfino, stamattina ho firmato un’altra ordinanza. Anche perché, leggendo il decreto non si capisce cosa si può fare dopo il 4 maggio. Non vorrei che fosse come il bagno al mare. Puoi farlo ma se hai la casa in spiaggia». Da oggi è consentito in Veneto lo spostamento individuale su tutto il territorio regionale per recarsi alle seconde case di proprietà o alle imbarcazioni ormeggiate al di fuori del Comune per la manutenzione. Si può fare attività motoria in tutto il territorio comunale, anche in bici, ma con mascherina e guanti. Ed è consentita la «vendita di cibo per asporto tramite veicolo, senza uscita di passeggeri».
In Emilia-Romagna via libera agli esercizi di toelettatura degli animali da compagnia e alla vendita d’asporto in rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio, ma solo dietro ordinazione on-line o telefonica e quindi in maniera contingentata, per evitare assembramenti fuori e la presenza di non più di un cliente dentro il locale. Restano le restrizioni a Rimini e Piacenza. La Toscana ha fatto ripartire i settori produttivi dell’export, in particolare a Prato. Da oggi, per un decreto emanato dal presidente della Regione Luca Ceriscioli, nelle Marche è consentita la vendita di cibo da asporto da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e da parte delle attività anche artigianali come rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio. Critico con l’esecutivo anche il governatore abruzzese Marco Marsilio che vede «troppa confusione e troppa lentezza per la ripartenza».
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