Corruzione, la relazione di Cantone: "Piani ancora insufficienti" - Affaritaliani.it

Cronache

Corruzione, la relazione di Cantone: "Piani ancora insufficienti"

Il fenomeno corruttivo è "vero e proprio tumore sociale", "un fenomeno sistemico", inserito in un "'sistema gelatinoso in cui si fa persino fatica a dire chi è il corrotto e chi è il corruttore". E' questo in sintesi il fulcro della relazione presentata al Parlamento dal presidente dell'Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone.

"Occorre una burocrazia meno invasiva e più efficiente, una politica onesta, autorevole e credibile, un'impresa, che così come ha fatto nella lotta alle mafie, scelga di stare dalla parte giusta".

Il presidente Anac ha rivendicato il successo del modello del commissariamento degli appalti "incriminati" e ha descritto i cambiamenti in atto: "Le indagini dell'ultimo periodo della magistratura, che va ringraziata per il grande impegno quotidianamente profuso, hanno evidenziato come la corruzione sia divenuto un fenomeno sistemico, che alberga soprattutto negli appalti pubblici ma di cui non sono scevri altri settori ed ambiti dell'amministrazione, non solo quelli per certi versi 'scontati' delle concessioni e autorizzazioni, ma anche altri 'inattesi', quali quelli delle attività cd sociali affidate al terzo settore".

Cantone ha illustrato i primi dati relativi ad oltre 1.300 amministrazioni che evidenziano un risultato in chiaroscuro: da un lato "il 90% delle amministrazioni ha adottato un piano anticorruzione" ma dall'altro "la qualità dei documenti è in molti casi insufficiente per metodo, sostenibilità ed efficacia", ha sottolineato il magistrato che ha aggiunto: "Emergono varie criticità", tra cui "la sostanziale assenza di un'analisi del contesto esterno in cui opera l'amministrazione (in oltre l'80% dei casi)" o "la scarsa mappatura dei processi interni (puntuale solo nel 10% dei casi)".

Il magistrato ha puntato il dito sul settore delle Infrastrutture dove "si rileva un quadro critico nel quale la fase realizzativa continua ad essere caratterizzata da forti ritardi e contenziosi, dall'apposizione di varianti e riserve". L'autorità sta vigilando in particolare sulla Metro C di Roma, sull'alta velocità a Firenze e sul crollo del viadotto "Scorciavacche" sulla statale Palermo-Agrigento verificatosi agli inizi di gennaio 2015. Poi ha rivendicato il lavoro svolto su Expo: "I nostri controlli non hanno rappresentato affatto un ostacolo alle attività della società" ma "hanno consentito di riprendere speditamente i lavori, di fatto interrotti dopo gli arresti della scorsa primavera, e concluderli entro la data stabilita per l'avvio dell'Esposizione universale".

Cantone è tornato sul sistema del "whistleblower" (sistema che permette al lavoratore di segnalare una possibile frode in azienda) che "stenta a decollare" e la rotazione del personale nelle Pa, prevista come misura preventiva nella lotta alla corruzione, "è pianificata solo nel 40% dei casi".

Poi l'affondo sulla legge Severino: "A meno di 3 anni dall'entrata in vigore della legge 190 si riscontrano problematiche e dubbi applicativi. La  legge Severino e le norme attuative sono strumenti centrali di prevenzione, ma servono interventi legislativi per consentire una loro reale efficacia ed utilità".

 "L'autorità ha provato in questo anno trascorso a mettere in campo molte azioni; la sua presenza non solo non è passata inosservata, ma ha goduto di un'ampia esposizione mediatica. Ci aspettano nel prossimo periodo sfide da far tremare i polsi".

Poi ha stilato l'elenco dei provvedimenti più urgenti, a partire dalla legge delega per riscrivere il codice degli appalti "che recepisce le ultime direttive comunitarie foriere di una nuova politica degli appalti, e scommette moltissimo sull'Autorità a cui attribuisce poteri di regolazione e di controllo molto significativi, tanto da essere indicata come il futuro arbitro del sistema".

Per Cantone, in conlusione, le "considerazioni sulla gravità e complessità del fenomeno consentono di affermare con chiarezza che la corruzione non può essere affrontata in modo unilaterale ma richiede interventi plurimi e contestuali; una repressione che funzioni, una prevenzione capace di inserire nel sistema gli anticorpi e un cambiamento culturale che comporti una maggiore consapevolezza dei cittadini".