A- A+
Cronache
Covid, crisi economica, antirazzismo e un pizzico di Zangrillo: il disastro è servito
(fonte Lapresse)

Non sappiamo più che pesci prendere nè quali Santi pregare, ma soprattutto non sappiamo più in chi credere. Dobbiamo ammetterlo: il Coronavirus ci ha presi alla sprovvista, e diciamolo fuori dai denti e senza timore di fare la figura degli stupidi, ci ha un po' rincoglioniti tutti quanti. Non che prima del Covid fossimo chissà quali geni, per carità; basta guardare l'audience di programmi TV come l'isola dei famosi, Non è la D'Urso, Grande Fratello e Amici, ma almeno ci orientavamo a vista tra le nostre debolezze e le nostre false certezze. Alcuni di noi (quasi il 40% degli italiani, e non sono pochi) hanno creduto anche a Salvini, almeno prima del Papete. E altri hanno applaudito anche Di Maio, quando sul balcone, tra tricolori sventolanti e aria di festa, ha annunciato di avere sconfitto la povertà. Bei tempi però, dai. In fondo migliori di questi che stiamo vivendo.

Sì, perchè dall'8 Marzo ad oggi, è come se ci avessero presi a sberle ogni giorno, fino a non farci capire più niente. E le zone rosse, le sirene delle ambulanze, gli ospedali al collasso. E i guanti e le mascherine, e le code all'Esselunga. E le informazioni a raffica, che il giorno dopo venivano puntualmente smentite da altre informazioni pronte a essere smentite dopo altre 24 ore. E Conte e Borrelli, e le autocertificazioni, e i runner, e i congiunti, e i Burioni, e le fasi 4, 3,2,1,0, nemmeno dovesse decollare da un momento all'altro uno Shuttle. Ma soprattutto "le curve", quelle ce le sogneremo per anni: le curve dei contagi che salgono, che scendono, che si appiattiscono, che creano il picco, i plateau: e che cazzo! Poi, dalla chiusura a doppia mandata del paese, piano piano, tutto è ricominciato, e siamo sprofondati nel baratro della crisi: più di diecimila Alberghi che non riapriranno mai più; migliaia di bar, ristoranti e botteghe che hanno dichiarato fallimento; professionisti che sono andati a gambe all'aria e disoccupati come se piovesse e povertà, problemi e miseria ovunque.

Il Covid-19 è stato la terza guerra mondiale, non ci sono dubbi, solo gli idioti non lo hanno ancora capito, ma il problema è che questa guerra non è ancora finita: anzi! Ogni cosa che accade in questo periodo si trasforma in tragedia: un poliziotto americano, violento e figlio di puttana, soffoca un pregiudicato, un uomo di colore, durante l'arresto, e scoppia il finimondo, nel finimondo. Come se non avessimo anche noi i nostri poliziotti violenti e figli di puttana, ogni famiglia ha il proprio idiota e tutto il mondo è paese; ma quello americano contro l'uomo di colore fa la differenza per tutto e per tutti. E guerra nella guerra sia: manifestazioni, feriti, altri morti, confusione, statue distrutte e imbrattate, Boldrini & C. che si inginocchiano in Parlamento. Insomma: abbiamo scoperto che il Covid non attacca solo i nostri polmoni, e oggi abbiamo la certezza che distrugge anche le sinapsi dei nostri cervelli.

Stiamo combattendo contro un virus che non risparmia nessuno sul pianeta, che non abbiamo ancora capito che cosa sia, se è immortale o se si indebolisce, se si addormenta o se fa solo finta di dormire: non ci sono cure specifiche o vaccini; e cosa facciamo ne frattempo noi? Manifestiamo e ci indignamo. Contro chi, contro cosa? Non si sa, ma lo facciamo, e bene anche. Forse è perchè negli ultimi giorni siamo un po' più sollevati, meno spaventati; e forse perchè non abbiamo capito quello che sta succedendo a Villa Panphili, o forse perchè abbiamo dimenticato di colpo gli alberghi, i bar le botteghe chiuse e fallite.

Le cose sono cambiate quando il capo degli anestesisti del San Raffaele di Milano, il dottor Zangrillo, ha dichiarato che: "il Covid è clinicamente inesistente". Nessuno ha capito il significato di questa dichiarazione, forse nemmeno il dottor Zangrillo si è reso conto del macigno che stava lanciando nel vuoto, ma da quel momento è come se la guerra fosse finita. Ma non è finito proprio niente. Il Virus è ancora tra noi, e circola che è una bellezza. E' solo più combattuto, dalle mascherine, dai gel disinfettati, dalla distanza sociale, dal buon senso di tanti esseri umani, ma appena trova un varco, una debolezza; appena qualcuno abbassa la guardia, torna a colpire. A Pechino e in Germania sono esplosi due nuovi focolai, preoccupanti, e le porte e le finestre ora sono tutte aperte, proprio come prima dell'8 Marzo. E non è una bella prospettiva, proprio per niente.

Stiamo camminando sulle macerie di un disastro economico e sul filo del rasoio di un nuovo possibile disastro sanitario, e ci sfugge, e non lo capiamo. Forse non vogliamo capirlo a questo punto perchè, ammettiamolo, il Covid ci ha un po' rincoglioniti tutti quanti. Perchè non sappiamo più che pesci prendere, nè quali Santi pregare, ma soprattutto non sappiamo più in chi credere. Nemmeno in noi stessi in fondo.

Commenti
    Tags:
    covidcrisi economicaantirazzismozangrillo
    Iscriviti al nostro canale WhatsApp





    in evidenza
    Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa

    Ritratto di Francesco Muglia

    Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa

    
    in vetrina
    Affari in rete

    Affari in rete





    motori
    Renault avvia colloqui tecnologici con Li Auto e Xiaomi in Cina

    Renault avvia colloqui tecnologici con Li Auto e Xiaomi in Cina

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.