Cucchi-Uva, Tonelli (Sap): "Sì alla verità, no alla spettacolarizzazione"
"Ho visto una dichiarazione della sorella del povero Giuseppe Uva che dice: 'Noi vittime dello Stato chiediamo la verità'. Io come poliziotto dico che noi da servitori dello Stato pretendiamo la verità". Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) interviene su Affaritaliani.it dopo il caso delle foto del carabiniere e del poliziotto indagati pubblicate su Facebook dalle sorelle di Stefano Cucchi e Giuseppe Uva.
"Noi del Sap siamo quelli che chiediamo le telecamere su ogni divisa, ogni auto e ogni ambiente della polizia", prosegue Tonelli. "E' giusto che venga certificato ogni respiro, ogni gesto dei poliziotti e di chi interagisce con loro. A proposito del caso Uva, rilevo che stanno emergendo tante verità dal processo. Il medico legale ha detto che le cause della morte sono dovute allo stress e alla vita che conduceva il povero ragazzo. A proposito delle macchie riscontrate ha chiarito che non si tratta di lividi ma di macchie ipostatiche, normale risultato della degenerazione dei tessuti e del reflusso della sostanza ematica. Elementi confermati dal perito della famiglia. Sono poi emerse le difficili relazioni tra Uva e la famiglia e il suo stato di isolamento certificato dai registri degli ospedali dove il ragazzo era stato ospite anche a causa dello stile di vita che conduceva".
A proposito dei post su Facebook, Tonelli afferma: "Siamo per la verità ma credo che ogni forma di spettacolarizzazione sia fuori luogo. E che cosa significa mettere in luce la fisicità delle persone? E' un aspetto di lombrosiana memoria, sembra che avere un buon fisico sia un disvalore. Alla base di tutto c'è comunque una strategia che punta a forzare la mano alla giustizia e all'opinione pubblica. Io credo che la verità vada perseguita con la verità, non con la spettacolarizzazione. Qui invece sono stati messi alla gogna dei servitori dello Stato che fino a prova contraria sono innocenti".
"Purtroppo sempre più spesso dobbiamo assistere a una giustizia virtuale e mediatica", prosegue Tonelli. "E poi si fa di tutta l'erba un fascio. Ci sono sempre questi 4 o 5 casi portati come esempio di mala polizia ma io, posto che qualcuno abbia sbagliato davvero in questi casi, porto invece i milioni di interventi di buona polizia. La percentuale di errori nelle prestazioni professionali è infinitesimale nella Polizia e molto minore rispetto ad altre categorie, anche per questo le forze dell'ordine godono della fiducia della stragrande maggioranza dei cittadini".
A proposito della proposta delle videocamere, Tonelli dichiara: "Sono state acquistate 160 telecamere e sono state dislocate a Milano, Torino, Napoli e Roma. La sperimentazione è stata positiva e ora verranno acquistate per tutti i reparti mobili d'Italia. Verranno messe su tutte le auto ma noi le vorremmo anche in tutti gli ambienti di polizia. Dove sono state inserite si è registrato un crollo del 100% degli atti di autolesionismo, spesso utilizzati per trasformare l'operatore di polizia in imputato. Con le videocamere casi del genere scomparirebbero del tutto", conclude Tonelli. "L'unico modo per sconfiggere la giustizia virtuale è affermare la verità storica".