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Cronache
Cure domiciliari, Remuzzi:"Tar sbaglia: medici non possono fare come vogliono"

Remuzzi: "Letti occupati da No Vax che non dovrebbero stare lì. Nei prossimi mesi 5mila morti evitabili"

"Il 90% dei ricoverati da Covid è senza vaccino, e nei prossimi mesi si stimano circa 5mila decessi di No Vax che sarebbero evitabili, se si convincessero a farsi inoculare il siero. Sulle cure domiciliari, invece, il Tar sbaglia." A dirlo è Giuseppe Remuzzi, ospite di 24 Mattina, intervistato da Simone Spetia oggi mercoledì 19 gennaio.

Il professore, che ricopre la carica di Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, ha spesso parlato in radio e tv senza risparmiarsi anche in autocritiche su alcune scelte fatte dalla comunità scientifica a inizio pandemia.

Il Covid è quasi sicuramente solo un’influenza con la Omicron ma purtroppo circola ancora la Delta. C’è poi il fatto che il 90% dei ricoverati non è vaccinato: i vaccini sono fondamentali contro la Delta ed è importante non farla circolare.”

Simone Spetia fa presente che ormai sembra inutile lanciare appelli alla vaccinazione perché dovrebbe essere rimasto solo lo zoccolo duro degli irriducibili No Vax. “Non ne sono totalmente convinto perché erano 2,1 milioni quando abbiamo iniziato a vaccinare con obbligo gli over 50 e ne sono già stati vaccinati 500mila da allora, quindi nel giro di poco dovremmo aver risolto il problema di quelli che a questo punto si lasciano vaccinare. Gli altri non si convinceranno mai, ne prendo atto, ma ricordo che ci sono letti occupati da persone che non dovrebbero essere lì. Nei prossimi mesi si stimano 5mila persone che moriranno per niente, e a me spiace perché basterebbe il vaccino. Spiace per loro e per coloro che di quei letti avrebbero davvero bisogno.”

E cosa ci dice di NovaVax? Il vaccino vecchio stile potrebbe convincere gli scettici? “Non capisco perché. Non c’è una ragione. L’idea è che il vecchio sia meglio del nuovo? I vaccini migliori per l’impatto sull’organismo sono quelli a m-Rna, perché dopo un po’ decade l’impatto sugli anticorpi ma rimane la protezione della memoria immunologica. Questi vaccini proteggono sia da Omicron che da Delta, il problema è che serve la terza dose: è la terza dose che protegge di più da Omicron.”

Johnson monodose non vale come due dosi degli altri vaccini?  “No, chi ha fatto il monodose Johnson dovrà comunque fare la terza dose. Fare due vaccini diversi si è visto che dà più protezione. La protezione a livello di anticorpi che si formano con questi vaccini col tempo cala, ma la memoria immunologica rimane e si potenzia con la terza, che non è un’aggiunta alle prime due ma è qualitativamente diversa. Le nostre cellule con la terza dose danno una risposta che potrebbe essere permanente o comunque durare fino a 5-10 anni.

Zitromax, morti per Covid e quarta dose

Perché ci sono ancora così tanti morti da Covid in Italia? "Almeno il 30-40% di questi morti è stato trovato positivo al Covid ma è morto per altre patologie. Computarli tra i morti da Covid credo sia sbagliato. Ma c’è un motivo: distinguere caso per caso chi è morto per il Covid o per altre patologie mentre aveva anche Covid è difficile e quindi si è preferito scegliere di computarli così”. 

"Per esempio: un ragazzo che fa un incidente, va in ospedale, si scopre che è positivo e muore di embolia polmonare non è morto di Covid. Ma un anziano che un giorno gioca a carte con gli amici, prende il Covid e il giorno dopo finisce in ospedale e muore di embolia polmonare è morto di Covid perché senza non sarebbe morto.

Siccome le questioni sono complicate si è deciso di fare così perché non è facile stabilire ogni volta perché una persona muoia. C'è poi da dire che morire di Covid fa più paura perché non siamo ancora abituati. Di influenza muoino fino a 10mila persone all’anno ma i morti di influeunza non ci fanno nessun effetto."

Questione delle varie somministrazioni dei vaccini: non c’è rischio di iperstimolare il sistema immunitario?  “È vero ma dipende da come il vaccino si somministra. All’inizio c’era chi diceva di aspettare a somministrare la seconda dose e alla fine si è deciso di farlo dopo 28 giorni, perché c’era molta paura e il vaccino è stato studiato così. Ragionandoci, però, si è capito che così il sistema immune non ha tempo di attivarsi. Tuttavia, ha un modo di organizzarsi diverso e trova come reagire in ogni caso. Sulla quarta dose, infatti, ci sono molti dubbi.”

E di questa corsa allo Zitromax cosa dice? “È un antibiotico e per definizione nel caso delle malattie virali gli antibiotici non funzionano. Ci sono dei casi, soprattutto tra gli anziani, in cui nel caso di infezione virale a cui si aggiunge infezione batterica la malattia si complica e lo Zitromax risolve la cosa. Questo non significa che cura il Covid. Come non lo cura nessun antibiotico.

Nessuno studio è perfetto ma tutti concordano nell’indicare che il trattamento deve essere precoce, con antivirali e anticorpi monoclonali, che bisogna dare entro 5 giorni, ma gli antivirali e i monoclonali hanno un iter così complicato per essere somministrato ai pazienti che alla fine i dieci giorni sono già passati. Le linee guida governative comunque si adattano, sono già un po’ cambiate, perché ora sono prescritti anche gli antinfiammatori per i dolori articolari.

Trovo invece sbagliata la sentenza del Tar secondo cui i medici devono fare quello che vogliono. No, i medici non possono fare quello che vogliono: o hanno una ragione forte per trattate i pazienti in modo diverso da quello per cui quel farmaco è stato adottato oppure ci si riferisce alla letteratura."

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