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Cronache
Dl sicurezza, Lamorgese: "Entro l'inizio del 2020 le modifiche in Cdm"

Nel giro di tre mesi le modifiche al decreto sicurezza approderanno in Cdm. Luciana Lamorgese conferma che i tecnici del Viminale sono al lavoro sulla falsariga delle indicazioni date dal presidente della Repubblica al momento della firma della legge-bis, in particolare sugli aspetti che riguardano le maximulte alle Ong, e detta il timing parlando alla Luiss a margine di una lectio magistralis di Raffaele Cantone. "Sul decreto sicurezza ci sono state segnalazioni da parte della Presidenza della Repubblica, io ritengo che bisogna procedere in questi termini e stiamo lavorando su questo ed entro fine anno o al massimo l'inizio del prossimo riusciamo a portarlo in Consiglio dei Ministri", ha detto la Lamorgese.

Facendo il punto sulla questione migratoria davanti al Comitato Schengen il minstro dell'Interno Luciana Lamorgese ha annunciato l'imminente attivazione di 300 nuovi posti nei centri di permanenza e rimpatrio. "Sono state anche avviate le attività per la realizzazione di altre strutture per un totale di 160 posti", ha detto Lamorgese.

Il Viminale continua a puntare sulla bozza di redistribuzione siglata a Malta il mese scorso da Italia, Francia, Germania e Malta. " Altri Paesi della Ue stanno manifestando una posizione favorevole all'accordo di Malta.L'aspetto volontario è quello che riguarda la rotazione dei porti. Per chi firmerà il pre accordo, che poi diventerà un accordo definitivo, le quote saranno obbligatorie. Non le abbiamo indicate ora perché non sappiamo quanti Stati parteciperanno", ha detto Lamorgese preoccupata dallo stallo delle trattative per la revisione dell'accordo di Dublino. " Bisogna rinnovare il sistema d'asilo europeo intervenendo, in ossequio all'obbligo di solidarietà, sul principio del Paese di primo approdo su cui si fonda il Regolamento di Dublino. Lo stallo del negoziato sulla riforma del Regolamento condiziona negativamente anche l'iter delle altre proposte legislative sul sistema comune d'asilo. Il Governo spingerà in Europa per un chiarimento a livello politico ed il momento appare favorevole".

Il ministro ha dato i numeri aggiornati, quasi 6.000 nei primi dieci mesi dell'anno, in aumento a settembre e ottobre, ma sempre meno di un terzo rispetto alle espulsioni firmate dai questori."Un tasso di rimpatri insufficiente - ha aggiunto Lamorgese - rischia di inficiare lo stesso sistema di deterrenza" e per questo l'Italia solleciterà "una più intensa azione della Ue" sia per la negoziazione di nuovi accordi sia per il rimpatrio dei migranti già presenti. Il titolare del Viminale ha poi spiegato che nel mese di ottobre, per quanto riguarda la Tunisia, c'è stato un aumento del 60% circa dei rimpatriati: In tutto il mese sono sbarcati 379 tunisini e ne sono stati rimpatriati 243.

Sono in calo le richieste d'asilo ed è crollata, dopo il decreto sicurezza, la percentuale dei permessi di soggiorno per protezione umanitaria, arrivata al minimo storico dell'1 per cento. "Al 31 ottobre, risultano presentate 30.468 domande di asilo, con una diminuzione del 35% - ha riferito il ministro - Le Commissioni hanno esaminato 81.162 istanze, riconoscendo la protezione internazionale nel 18% dei casi, di cui l'11% per status di rifugiato e il 7% per protezione sussidiaria. I dinieghi sono stati pari al 66% delle domande. La protezione umanitaria è stata concessa all'1% delle posizioni esaminate".

Dei 9.944 migranti sbarcati in Italia dall'inizio dell'anno (il 55,5 in meno dell'anno scorso), ben 7.510 sono arrivati con sbarchi 'autonomi'  individuati quando sono già in porto o a terra. La "tendenza all'aumento di questo tipo di sbarchi - ha aggiunto il ministro - si è registrata fin da aprile 2019, con un picco a settembre e ottobre. Quanto ai luoghi di partenza dei migranti, i dati del Viminale aggiornati al 31 ottobre dicono che 2.826 persone sono arrivate dalla Libia 3.491 dalla Tunisia, 872 dall'Algeria e 2.431 dalla Turchia e dalla Grecia "con sbarchi diffusi su coste siciliane calabresi e sarde".

Il ministro dell'Interno sta valutando eventuali integrazioni al codice di autoregolamentazione per le navi umanitarie varato tre anni fa dall'allora ministro Minniti. "Ho chiamato le ong al Viminale per dare loro delle regole - ha detto -Non è che possono stare lì, in area sar libica, in attesa di vedere quel che succede. Io penso che il confronto sia sempre utile e poi volevo capire se rispettano il Codice Minniti e se è necessario introdurre nuovi elementi: nel caso provvederò poi io a fare integrazioni al Codice".

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