Cronache

Femminicidio a Bergamo: "Troppo geloso, non voleva ucciderla". Pm vs giudici

"Era così geloso di Viviana, non poteva volerne la morte". Niente omicidio volontario per i giudici, ma i pm fanno ricorso

Femminicidio a Bergamo, polemica sulla sentenza dei giudici

«Locatelli agiva mosso da un senso di gelosia e da un senso di possesso nei confronti di Viviana in sé incompatibile con la volontà di ucciderla», la sintesi di due incisi della sentenza. Questo il motivo per il quale l'omicida di Viviana Caglioni, vittima di femminicidio a Bergamo, è stato condannato a 18 anni ma non gli è stato addebitato l’omicidio volontario.

Una tesi che, come scrive il Corriere della Sera, ha provocato la reazione dei pm. «Davvero non si comprende — argomenta il pm — per quale ragione, secondo la Corte d’Assise, il movente della gelosia, pure riconosciuto dal giudice, sarebbe di per sé incompatibile con la volontà di Locatelli di liberarsi della compagna». Per il pm «si tratta di un’asserzione sorprendente, che èeresta del tutto isolata rispetto all’intero panorama giurisprudenziale italiano. Significa di fatto affermare che mai un femminicidio potrebbe essere sorretto dal movente della gelosia, il che è (ovviamente) in contrasto non solo con ogni logica, ma anche con la consolidata (e da tempo) unanime esperienza giurisprudenziale».

Già annunciato il ricorso.

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