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Garlasco, il misterioso foro rotondo sul volto di Chiara e quel dubbio su Stasi: "Era sulla scena del crimine?"
Quei 23 minuti che riscrivono la storia del delitto

Garlasco, la doppia arma del delitto che stravolge tutto. La nuova scoperta investigativa
Nonostante una condanna definitiva a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi, la posizione di Alberto Stasi resta un rebus in seguito all'apertura della nuova indagine a 18 anni dal delitto di Garlasco. La domanda che si stanno facendo gli inquirenti, in seguito a tutte le nuove tracce rinvenute sulla scena del crimine, è questa: "Stasi era effettivamente in quella casa nel momento in cui la sua fidanzata è stata uccisa?". Ruota tutto intorno a questo quesito, il nuovo filone dell'inchiesta che vede al momento come unico iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
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Questa nuova consulenza avrebbe rilevato una scena del crimine profondamente diversa da quella del 2007 e ci sono diversi aspetti da approfondire: tra questi - riporta Il Giornale - anche una ferita rotonda sul lato sinistro del capo di Chiara Poggi, ferita inferta con un'arma diversa da quella del delitto, l'impronta di una mano, le macchie di sangue sul telefono, per cui secondo alcuni Chiara Poggi avrebbe cercato di chiedere aiuto. Secondo la sentenza che condanna Alberto Stasi, l'omicidio di Chiara Poggi sarebbe avvenuto in 23 minuti.
Tuttavia a quei 23 minuti se ne dovrebbero sottrarre 7, il tempo in cui avviene lo spostamento del corpo e il trascinamento dalla stanza della prima aggressione alle scale della cantina, in cui avviene il secondo e letale attacco. Tuttavia in corrispondenza del primo gradino c'è una grande gora ematica prodotta dalla vittima, gora che secondo la sentenza ha impiegato 3 minuti a formarsi, mentre secondo i consulenti di Stasi ne ha impiegati 15. "È così che togli Stasi dalla scena del crimine", il commento a Ore 14 su Rai2.