News
Garlasco, l'indagine di Mattino Cinque inchioda Sempio: che cosa è stato scoperto. VIDEO
A Mattino Cinque nuova ricostruzione sugli spostamenti di Andrea Sempio e focus sul DNA. “Impossibile fosse a Vigevano”, scoppia il dibattito in studio

Il caso Garlasco torna al centro della scena televisiva grazie a un approfondimento di Mattino Cinque che mette nuovamente sotto la lente le analisi sul DNA e la ricostruzione degli spostamenti di Andrea Sempio nel giorno dell’omicidio di Chiara Poggi.
In studio il confronto si accende subito. Grazia Longo rilancia un punto chiave: il DNA sull’Estathé attribuito a Stasi e l’assenza di un profilo compatibile con un “assassino ignoto” nei reperti chiamati in causa in passato. “Chi sosteneva che nella pattumiera ci fosse il DNA dell’assassino ha smesso di dirlo quando è emerso che fosse di Stasi”, afferma.
Federico Brindisi controbatte portando l’Estathé dentro una ricostruzione temporale definita “inverosimile”, mentre Elisabetta Cametti sottolinea che “l’unico DNA emerso dal corpo di Chiara sarebbe quello di Sempio”. Longo, però, ridimensiona: si tratterebbe di un dato riferibile alla linea maschile familiare, dunque non identificativo in senso stretto. Brindisi insiste: “Non credo che il trisavolo di Sempio frequentasse casa Poggi”, ma Longo ribatte che proprio questo dimostra la natura non individualizzante del campione.
Enrico Fabbri aggiunge un tassello tecnico: le analisi restringerebbero il campo a una porzione limitata della popolazione. E Massimo Gallo alza la posta sul piano processuale: l’incidente probatorio potrebbe pesare come “forma anticipata di prova”, con effetti che — secondo lui — escluderebbero Stasi e includerebbero il gruppo familiare di Sempio.
La trasmissione entra poi nel vivo con l’inviato Emanuele Canta, che ricostruisce gli spostamenti di Sempio tramite i dati delle celle telefoniche. Il nodo: alle 9:00 il cellulare aggancia il settore 2 della cella Santa Lucia; alle 9:58 torna sullo stesso settore, vicino casa. Se Sempio fosse andato a Vigevano, sostiene Canta, il telefono avrebbe agganciato un altro settore. La conclusione: “È evidente che non potesse essere a Vigevano”.
Grazia Longo solleva dubbi sull’affidabilità tecnologica del 2007 e su possibili sovrapposizioni delle celle. Federica Panicucci replica che il principio di funzionamento resta lo stesso. “Ci sono punti di vista”, concede Longo, “ma anche fatti oggettivi”, chiude Panicucci.
Il risultato è un racconto televisivo che rimette in discussione certezze e interpretazioni, riportando il caso Garlasco nel cuore del dibattito pubblico tra scienza forense, diritto e percezione mediatica.
