Il mondo parla e scrive della Flotilla, ma il messaggio di pace del Festival Cristiano a Kiev è rimasto inosservato - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 16:48

Il mondo parla e scrive della Flotilla, ma il messaggio di pace del Festival Cristiano a Kiev è rimasto inosservato

Flotilla in prima pagina, Festival Cristiano nell’ombra: i media scelgono l'importanza della solidarietà

Il mondo parla e scrive della Flotilla, ma il messaggio di pace del Festival Cristiano a Kiev è rimasto inosservato

Negli ultimi mesi, l’attenzione dei media internazionali si è concentrata sulla Freedom Flotilla, la missione civile e umanitaria che sfida il blocco navale imposto da Israele a Gaza, attirando copertura globale e indignazione mediatica.

Eppure, meno clamore suscitò la missione di pace del Festival della Canzone Cristiana, svoltasi nel 2023 in Ucraina, quando il direttore artistico Fabrizio Venturi e il giornalista Biagio Maimone, con la piccola delegazione del Festival, portarono solidarietà e speranza ai bambini feriti dalla guerra e ai cittadini di Irpin, città devastata dagli attacchi russi.

Nel corso del 2 giugno 2023, la delegazione partecipò alla Festa della Repubblica Italiana presso l’Ambasciata d’Italia a Kiev, un momento simbolico di vicinanza tra Italia e Ucraina. Prima di entrare nella capitale, visitarono Irpin, incontrando il Sindaco Oleksandr Markushin e portando un messaggio concreto di solidarietà alla popolazione duramente colpita dalla guerra. 

Successivamente, la delegazione visitò ospedali pediatrici. Durante la visita al Kyiv Regional Children’s Hospital, Venturi cantò la sua canzone “Caro Padre”, un inno alla preghiera e alla speranza, e donò copie del suo disco ai bambini, compresi quelli feriti dalle esplosioni.

Queste azioni concrete di pace e solidarietà, pur essendo gesti di enorme valore umano e spirituale, rimasero praticamente invisibili. I media internazionali hanno acceso giustamente i riflettori sulla missione della Flotilla, mentre la missione di pace del Festival Cristiano, che portava speranza concreta e conforto ai più vulnerabili, rimase confinata nel silenzio.

Due missioni, entrambe di solidarietà. La differenza? Non il valore delle azioni, ma il giudizio dei media. Ciò che meritava attenzione e ciò che restò nell’ombra. Una disparità che fa riflettere sulla logica con cui il mondo seleziona ciò che è degno di visibilità.

Il silenzio mediatico sul Festival Cristiano a Kiev fu un monito potente: la pace, la solidarietà e la vicinanza alle vittime della guerra non dovrebbero essere misurate dai titoli dei giornali, né dalla popolarità dei gesti. La vera solidarietà si vede negli atti concreti, negli occhi dei bambini che ricevettero conforto, negli abbracci ai sopravvissuti, nelle canzoni che divennero preghiere e speranza. Eppure, quando questi gesti non generavano notizia, sembravano non esistere.

Oggi, mentre la Flotilla conquista le prime pagine e diventa argomento globale, il messaggio del Festival Cristiano a Kiev è rimasto ignorato, relegato nell’ombra. È una scelta editoriale che parla da sola: il valore della pace, della solidarietà e della vicinanza umana non conta quanto la capacità di creare scandalo o attrarre l’attenzione. Il mondo sembra premiare la visibilità e non la concretezza.

Il messaggio del Festival Cristiano a Kiev dimostrò chiaramente che la pace e la solidarietà non hanno bisogno di copertura mediatica, ma di essere vissute e portate avanti, anche quando i riflettori decisero di ignorarle. La vera attenzione al dolore e alla speranza non dovrebbe dipendere da titoli di giornale, ma dalla forza dei gesti concreti che cambiano la vita delle persone.