“Io, col Covid, in ospedale per 11 mesi: i medici volevano staccare la spina" - Affaritaliani.it

Cronache

“Io, col Covid, in ospedale per 11 mesi: i medici volevano staccare la spina"

Un impiegato torinese, Maurizio Sacchetto, racconta la sua incredibile storia: "Ricoverato per 11 mesi"

Una vicenda unica, un percorso drammatico, una battaglia durata 11 mesi: è la storia di Maurizio Sacchetto, oggi guarito dal Covid e dimesso dall’ospedale dopo quasi un anno di ricovero. L’ha raccontata lo stesso Sacchetto al Corriere della Sera: “Sono negativo da luglio. Ma ultimamente ho dovuto fare altri esami. Altri ancora mi attenderanno ad aprile. Deve rimarginarsi la trachea”, ha riferito al giornale di via Solferino. Dipendente Amiat, azienda multiservizi di igiene ambientale di Torino, Sacchetto è stato ricoverato il 29 marzo del 2020 al San Giovanni Bosco e ha dichiarato che in questi mesi ha rischiato di morire più volte per colpa del virus e di altre complicazioni connesse.

Ad attenderlo il figlio, “una settimana fa mi avevano avvisato che sarei potuto tornare a casa”, ma doveva prima andare via la febbre. “Quando respiro esce aria dal buco lasciato dalla tracheotomia – racconta - ma mi sento fortunato. Mi dicevano che non sarei più riuscito a deglutire, a mangiare e a bere. Oggi ho gustato un piatto di pasta in bianco”. Il torinese parla dei momenti peggiori del suo ricovero, quando non aveva “le forze per sollevare la testa”, e oggi è molto debilitato: “Ho perso 28 chili, sono diventato pelle e ossa”.

Alla domanda se ha capito dove è stato contagiato, ha risposto che ha sempre portato la mascherina, “ma a marzo ho mangiato una pizza con un mio amico” e quando “mi ha scritto che era positivo non ci volevo credere. Purtroppo, non c’è più”. Sacchetto ha rischiato di morire diverse volte come detto precendentemente: “Per un’emorragia ho perso più di un litro di sangue. Il primario voleva staccare la spina, mio figlio e mio fratello hanno combattuto. Hanno minacciato di incatenarsi alla porta. È grazie a loro se sono ancora qui”.