Cronache
Jair Bolsonaro prende il Brasile, Cesare Battisti la strada per l’Italia.

Corruzione, violenza e incapacità della sinistra hanno dato spazio all’ex militare di destra
Jair Bolsonaro, leader del partito social liberale è oggi, grazie ad oltre il 55% di voti, il nuovo presidente del Brasile.
Ha battuto l’esponente del partito dei lavoratori, Fernando Haddad, e al grido ‘il mio partito è il Brasile’ ha portato la destra a guidare il grande paese sudamericano.
Un paese evidentemente stanco degli scandali e dell’incapacità dei passati leader della sinistra, come Lula Ignacio Da Silva e Dilma Roussef.
Bolsonaro nuovo presidente. 27 anni di carriera politica.
Con un passato militare e 27 anni di carriera politica alle spalle, il sessantatreenne Bolsonaro non ha mai nascosto le sue idee di destra e a volte di ultradestra.
Ha vinto anche perché la gente non ne può’ più della pesantissima recessione che si trascina da oltre dieci anni e che ha portato il tasso di disoccupazione al 12% . E ha vinto pure perché il popolo è impaurito da una violenza che dilaga senza eguali con 64000 omicidi solo nel 2017.
Senza dimenticare la corruzione che è, nella testa dei brasiliani, associata alla sinistra.
Come andrà lo si vedrà, quello che è quasi certo ed è una buona notizia per l’Italia e per le famiglie delle vittime,è che il nuovo presidente ha pubblicamente affermato che il primo regalo che farà al nostro paese sarà di rimandarci il latitante assassino ed ex terrorista Cesare Battisti.
Bolsonaro nuovo presidente. Cesare Battisti in Italia
Cesare Battisti, che per wikipedia è scandalosamente definito scrittore, e non ex criminale o ex terrorista, vive in Brasile da anni e utilizza lo status di rifugiato politico grazie all'intervento dell'ex presidente Lula. Un curriculum di tutto rispetto che solo una sinistra parziale poteva difendere: già membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, condannato in contumacia all'ergastolo con sentenze passate in giudicato, per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso con altri (concorso materiale in un caso, morale nell'altro, secondo la legislazione d'emergenza degli anni di piombo), oltre che per vari reati legati alla lotta armata e al terrorismo.
Tutto questo non era mai bastato per farlo estradare quando la sinistra governava. Ora è cambiata la musica.
E così il vento di quello che molti chiamano sovranismo, che aveva già toccato gli Stati Uniti e si sta allargando pure in Europa ha spirato pure in Brasile.
Come riuscirà il nuovo Presidente a risollevare il gigante sudamericano lo vedremo.
Noi italiani aspettiamo una delle sue prime promesse per dare pace a vittime innocenti e alle loro famiglie.