Mille lauree in Medicina non valide. L'ateneo italo-bosniaco era una truffa - Affaritaliani.it

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Mille lauree in Medicina non valide. L'ateneo italo-bosniaco era una truffa

Di Redazione Cronache

Indagati l'ex rettore Salvatore Messina e altre tre persone. I corsi online e gli attestati, ma quell'istituto non era mai stato autorizzato dal Ministero

Università italo-bosniaca senza licenza. Gli studenti pensavano di essere iscritti a Medicina ma...

Un nuovo scandalo travolge un'università italo-bosniaca e le accuse a carico dell'ex rettore Salvatore Messina e di altri due suoi collaboratori sono gravissime: truffa, omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, riciclaggio e autoriciclaggio. Era stata creata una rete di società internazionali in cui venivano dirottate le somme delle rette. Un migliaio di studenti - si legge su Repubblica - ha da poco scoperto che le loro lauree in Medicina, Fisioterapia, Infermieristica non hanno alcun valore legale. Sono finiti nella rete di uno pseudo ateneo italo-bosniaco mai autorizzato dal ministero dell’Università e della ricerca. I giovani coinvolti provengono da ogni parte d’Italia, dalla Lombardia alla Sicilia. Pensavano di essere iscritti all’università di Gorazde in Bosnia Erzegovina, tramite un dipartimento italiano che ha scelto non a caso il nome di un padre fondatore dell’Unione europea, Jean Monnet. Tutta parvenza. Respinti dal muro del numero chiuso negli atenei italiani, hanno pagato fino a 26mila euro l’anno per ritrovarsi poi tra le mani una laurea che è solo carta straccia.

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A oggi in Italia - prosegue Repubblica - potrebbe esserci un numero indefinito di studenti provenienti da quel circuito con titoli non validi, visto che il Jean Monnet operava indisturbato da dieci anni. Verifiche sono in corso negli atenei. Qualcuno potrebbe avere già partecipato a un concorso pubblico e averlo vinto. Il tutto nonostante nel maggio 2021 il Mur aveva inviato - racconta Repubblica - una nota alla Conferenza dei rettori delle università italiane: gli uffici ministeriali informavano che in alcune facoltà erano stati riconosciuti degli esami sostenuti alla Gorazde "in aggiramento della normativa italiana sull’accesso programmato". "Nessuno — sottolinea il Mur — ha risposto ufficialmente a quella nota".