Omicidio Viterbo, "Ditemi dov'è che lo ammazzo". Zio col coltello in ospedale
Fermato dai carabinieri, voleva uccidere il padre del piccolo Matias nello stesso modo in cui è morto il bambino di 10 anni
Omicidio Viterbo, zio va a farsi vendetta. Coltello nascosto nella giacca
L'omicidio del piccolo Matias a Viterbo si arricchisce di un nuovo retroscena, il tentativo di vendetta dello zio Ubaldo. Dopo il funerale del bambino ucciso dal padre con una coltellata alla gola, il familiare si è presentato all’ospedale Belcolle di Viterbo con un coltello nascosto sotto il giubbotto. Ha cercato - si legge sul Corriere della Sera - di raggiungere l’area dei pazienti piantonati in stato di detenzione, ma una guardia giurata l’ha riconosciuto e bloccato. "Ditemi dov’è che lo ammazzo!". Il suo obiettivo era il cognato, Mirko Tomkow, operaio di 45 anni, accusato di omicidio aggravato e tuttora ricoverato in prognosi riservata per i postumi del coma etilico nel quale è caduto dopo aver ucciso il figlioletto.
Anche lo zio Ubaldo - prosegue il Corriere - è stato ricoverato per qualche giorno in stato di choc dopo una notte insonne per aver preso parte all’ultimo saluto al nipotino dal quale era inseparabile. L'uomo è stato denunciato ieri mattina per porto abusivo di arma da taglio e rimandato a casa. Tomkow, nonostante le restrizioni imposte, continuava a vivere vicino alla loro abitazione, proprio a casa del cognato, autorizzato con delega da entrambi i genitori a prendere il piccolo a scuola nonostante il padre di Matias fosse stato già sottoposto al divieto di avvicinamento.
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