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Cronache
Papa Francesco a Lesbo, un viaggio simbolico solo per i media

Di Ernesto Vergani

Papa Francesco annuncia davanti a 30mila fedeli in piazza San Pietro che sabato prossimo si recherà sull’isola di Lesbo per esprimere "vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini di Lesbo e a tutto il popolo greco tanto generoso nell'accoglienza".

Già si possono immaginare i titoli dei media che celebreranno l’ennesimo viaggio storico (ma nell’epoca della comunicazione tutti i leader del pianeta devono inanellare risultati storici, venendo meno a una delle regole della comunicazione: preziosità e rarità coincidono) di questo Papa, che realizza un ulteriore evento simbolico e va in un altro angolo sfortunato del mondo.

Certo è importante l’aspetto dell’amore e della misericordia nella dottrina della prima religione del mondo rappresentata da Francesco. Tuttavia gli esperti di scienza sacra, di civiltà tradizionali, di civiltà indù, piuttosto che giudaico-cristiana o cinese, sanno bene che il simbolo ha una chiarezza che non lascia dubbi, in quanto razionale, viene compreso perfettamente da tutti, dal contadino al re, dà soprattutto risposte pratiche.

Ora, che il Papa visiti tendopoli e baraccopoli di tutto il mondo, è un simbolo più per i media che per i profughi o poveri di quei luoghi. Dopo che Francesco se ne sarà andato, rimarranno nelle loro tende posate nel fango. Non solo, il messaggio, il significato del simbolo è univoco, non lascia dubbi interpretativi. Se tra i profughi ci sono uomini e donne vicini alla Tradizione ormai scomparsa nell’occidente secolarizzato, essi avranno dei dubbi se un potente come il Papa dice di accogliere, mentre i potenti di Bruxelles e degli Stati europei respingono e chiudono le frontiere (con l’eccezione dell’Italia, come noto in tutto il mondo, dove si giunge e transita senza problemi). Risultato pratico: masse di migranti continueranno ad arrivare in Italia e in Europa.

Tags:
papa francesco lesboviaggio papaprofughi
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