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Becciu, lo scardinalato potrebbe entrare in Conclave. Il giallo sul voto e il rischio di una nuova ondata di complottismo
Nonostante la condanna per il caso del palazzo londinese e della sua poco chiara vendita, Becciu resta formalmente cardinale e potrebbe partecipare al conclave

Becciu, lo scardinalato in Conclave
Scardinalato sarà lei. Malgrado la spiegazione di Paolo Moneta, principe dei canonisti, nel lontano 2021 proprio a proposito di Giovanni Angelo Becciu, cardinale di Santa Romana Ecclesia, secondo il quale a causa della vicenda del palazzo londinese e della sua poco chiara vendita (ma, secondo Il Giornale, questa sarebbe tutta una montatura) costatagli una condanna in primo grado a 5 anni e 6 mesi per peculato e abuso d’ufficio secondo la giustizia vaticana, Becciu nell’aver rinunciato ai “diritti connessi al Cardinalato” avrebbe perso il titolo di cardinale.
Invece, nella mattinata di oggi 22 aprile Becciu è comparso con tutte le insegne connesse al cardinalato alla Congregazione generale numero uno, cioè alla prima riunione dei cardinali nel pre-Conclave che ha deciso la data del funerale di Papa Francesco e la data della traslazione della salma prima in San Pietro per il funerale e poi a Santa Maria Maggiore per la tumulazione (la bara verrà portata in San Pietro il 23 ed esposta ai fedeli, poi il 26 tutto sarà compiuto: funerale alle ore 10 nella Piazza più importante della cristianità).
Lo hanno deposto o no?
E qui il discorso si complica: perché Becciu era presente e perché può permettersi di dire serenamente a Repubblica che le sue prerogative sono intatte? Per il numero 36 della Universi Dominici Gregis, che stabilisce così:
36. Un Cardinale di Santa Romana Chiesa, che sia stato creato e pubblicato in Concistoro, ha per ciò stesso il diritto di eleggere il Pontefice, a norma del n. 33 della presente Costituzione, anche se ancora non gli sia stato imposto il berretto, né consegnato l'anello, né abbia prestato il giuramento. Non hanno, invece questo diritto i Cardinali canonicamente deposti o che abbiano rinunciato, col consenso del Romano Pontefice, alla dignità cardinalizia. Inoltre, in periodo di Sede Vacante, il Collegio dei Cardinali non può riammettere o riabilitare costoro.
Il punto è che Francesco, da sempre allergico al diritto canonico, il 24 settembre 2020 aveva “Accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato”. Diritti, non i doveri, dice Becciu: e tra i doveri di un cardinale che non abbia compiuto gli 80 anni è quello di votare il prossimo Papa. Ecco spiegato perché nessuno, al contrario del professor Moneta, oggi gli ha detto alcunché alla presenza di una sessantina di altre porpore.
Moneta: non è più cardinale
Eppure nel 2021 il professor Moneta scriveva sul sito dell’Associazione canonistica italiana (https://www.ascait.org/alcune-considerazioni-sulla-dignita-cardinalizia/):
Ultimo caso di cui intendiamo occuparci è quello del cardinale Giovanni Angelo Becciu, un prelato che aveva ricoperto importanti incarichi nella diplomazia vaticana e nella Curia romana: è stato Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, assurgendo, da ultimo, alla carica di Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi e, con essa, al cardinalato. Il 24 settembre 2020, al termine di una breve (e, com’è da immaginare, burrascosa) udienza con Papa Francesco, veniva ufficialmente comunicato dalla Santa Sede che “il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”. Come si vede, diversamente dalle due precedenti vicende sulle quali ci siamo soffermati, l’accettazione del papa della rinuncia all’ufficio curiale da lui ricoperto e di quella al cardinalato è avvenuta contestualmente. Ma si tratta di due provvedimenti ben distinti ed autonomi l’uno dall’altro. Per il secondo di essi, il riferimento ai “diritti connessi al Cardinalato”, non può che significare l’integrale privazione della dignità cardinalizia, non essendo concepibile che tale qualifica permanga anche in totale assenza dei diritti che le sono strettamente collegati. Egli non avrà quindi più il diritto di essere annoverato tra i cardinali elettori, di partecipare alle varie attività di aiuto e di supporto al romano pontefice, di godere delle numerose prerogative che, come abbiamo visto, sono riservate al cardinalato. Nei suoi confronti potrà essere avviato, ove se ne ravvisino i presupposti, un procedimento penale secondo le regole e con le garanzie procedurali valide per tutti i fedeli.
L’esperto: fatelo votare
E invece, a sorpresa, i diritti sono spariti ma i doveri no: e Becciu è dentro. Già che ci siamo, qualche canonista osserva che tutto sommato sarebbe il caso di farlo votare: “Eviterebbe ondate di complottismo, discussioni inutili sull’eventuale validità del Conclave, tempo perso”, spiega un esperto sentito da Affari. Però, tutto sommato, Becciu – che sul sito della Santa Sede risulta cardinale non elettore - potrebbe quindi essere autorizzato a entrare in Conclave dai confratelli rischiando l’elezione (in teoria) dal momento che, quand’anche non fosse un cardinale, resta comunque maschio, dotato di sufficiente uso di ragione, non eretico né scismatico. Che sono i requisiti di base per essere eletto Papa: le vie del diritto sono infinite, le sorprese pure.