News
Pfas, chiuso il processo: 11 imputati condannati a 141 anni complessivi, 4 le assoluzioni
Gli imputati ritenuti colpevoli del maxi-inquinamento da Pfas nelle acque e nelle falde acquifere del Veneto

Caso Pfas, il verdetto: 11 condanne per 141 anni, 4 imputati assolti
La Corte d’assise di Vicenza ha emesso 11 condanne, per un totale di 141 anni di carcere, nei confronti degli imputati ritenuti colpevoli del maxi-inquinamento da Pfas nelle acque e nelle falde acquifere del Veneto. Sono 4 invece le assoluzioni. La sentenza è arrivata oggi e ha inflitto pene che vanno dai 2 anni e 8 mesi e i 17 anni e mezzo.
La vicenda riguarda l’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas per l’appunto) fuoriuscite dagli scarti di lavorazione della industria chimica Miteni di Trissino (Vicenza) che ha inquinato la rete idrica del Vicentino ma non solo.
Vicenza: processo Pfas, Zaia "sentenza che dà giustizia, in Veneto chi inquina paga"
“La sentenza di oggi a Vicenza per il disastro ambientale e l’avvelenamento delle acque causato dalla Miteni è un passaggio fondamentale di giustizia per le comunità venete colpite e per tutti coloro che hanno lavorato con impegno alla ricerca della verità” dichiara in una nota il governatore veneto Luca Zaia.
"Fu proprio la Regione, su mio mandato, nel 2013 – continua Zaia - a segnalare per prima alla magistratura gli effetti gravissimi e irreversibili dell’inquinamento da Pfas, scoperto nell’ambito di una ricerca del Cnr e del Ministero dell’Ambiente sugli inquinanti emergenti nei principali bacini fluviali italiani”. “In un quadro normativo allora assente, la Regione ha agito con determinazione, imponendo ai gestori idrici la filtrazione delle acque, stanziando fondi per la messa in sicurezza e attivando, nel 2016, un piano di sorveglianza sanitaria aggiornato nel 2018 che ha coinvolto 127.000 cittadini dell’area rossa” ricorda il governatore.
“Abbiamo investito risorse regionali, richiesto e ottenuto lo stato di emergenza nel 2018, e sostenuto in sede giudiziaria una tra le più ampie documentazioni tecnico-scientifiche mai prodotte in un processo ambientale in Italia. Alla Regione Veneto, costituitasi parte civile, la sentenza riconosce oggi un danno superiore ai 6,5 milioni di euro, che i condannati, insieme ai responsabili civili Mitsubishi Corporation e ICIG, saranno tenuti a risarcire. È il riconoscimento del ruolo istituzionale svolto con dedizione, scientificità e trasparenza: un ruolo che ci ha visti in prima linea non solo nel denunciare, ma anche nel rimediare, con l’installazione di barriere idrauliche, filtri a carbone attivo e la predisposizione del progetto di bonifica del sito Miteni. Questa sentenza rafforza il nostro impegno e ribadisce un principio essenziale: chi inquina paga”.