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Addio a Pippo Baudo, Banfi: “La Rai gli intitoli il teatro delle Vittorie”. Fiorello incalza: “Sostituite la statua del cavallo con la sua”
È stata aperta questa mattina la camera ardente di Pippo Baudo, scomparso sabato sera. Tante le figure dello spettacolo che sono arrivate a Roma per un saluto

camera ardente Pippo Baudo










Addio a Pippo Baudo, aperta la camera ardente al Teatro delle Vittorie
È stata aperta questa mattina la camera ardente di Pippo Baudo, scomparso sabato sera, 16 agosto, all’età di 89 anni presso il Campus Biomedico di Roma. Il Teatro delle Vittorie, luogo simbolico della sua lunghissima carriera televisiva, ha accolto centinaia di persone in fila sin dalle prime ore dell’alba per rendergli omaggio. Baudo ha segnato un’epoca con programmi iconici come Sanremo, Fantastico e Domenica In, diventando uno dei volti più amati e riconoscibili della televisione italiana.
La camera ardente resterà aperta al pubblico oggi fino alle ore 20 e domani, martedì 19 agosto, dalle 9 alle 12. Tra i primi ad arrivare questa mattina, prima dell'apertura al pubblico, ci sono stati: il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, Mara Venier e Katia Ricciarelli, arrivate mano nella mano, Gloria Guida, Gigi Marzullo, Max Giusti.
Max Giusti, visibilmente commosso, ha dichiarato: "Se ne va un pezzo di televisione. Ci ha accompagnato nei momenti di gloria e nei periodi più bui della nostra Italia. Quando lo diceva Pippo Baudo, era vero. Sempre presente, sempre pronto ad aiutare. Una persona straordinaria." Lino Banfi, altro grande nome dello spettacolo, ha detto: "Delle quattro B del ’36 – Baudo, Banfi, Bergoglio e Berlusconi – sono rimasto solo io. Non dirò 'Pippo ci vediamo presto', gli voglio bene ma c'è ancora tempo." Eros Ramazzotti, lanciato proprio da Baudo a Sanremo nel 1984, è arrivato al Teatro delle Vittorie in forma discreta, entrando da una porta secondaria, con cappello e occhiali scuri e ha deto: "Era il migliore".
Un ricordo che parte dalle radici comuni e arriva a una profonda riflessione sul futuro della televisione. Fiorello, con la voce rotta dall'emozione, regala un omaggio a Pippo Baudo uscendo dalla camera ardente allestita al Teatro delle Vittorie. Il legame tra i due, prima di tutto, era un legame di terra. "Per noi siciliani è stato sempre un vanto, un orgoglio, anche quando non lo conoscevo, da ragazzo", racconta Fiorello. "Sapere di essere siciliani come Pippo Baudo ci riempiva il cuore. Lo seguivamo più degli altri, conduceva persino il festival della canzone siciliana su Antenna Sicilia, che da noi faceva il 100% di share".
Un legame che si era consolidato in un rapporto privato, fatto di un codice scherzoso e complice: "Quando lo chiamavo, non era mai 'ciao Pippo, come stai?', ma esordivo con una frase siciliana molto forte. E dall'altra parte ricevevo una risposta altrettanto forte, e ridevamo di gusto. Non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici. Questo era il nostro rapporto". Quando gli si chiede chi fosse Baudo, Fiorello fatica a trovare le parole, perché nessuna sembra abbastanza. "Tutto quello che è stato detto in questi giorni è vero, ma Pippo è sempre un po' di più. Non è un semplice conduttore, direttore artistico, tredici Sanremo, pagine di televisione scritte. È qualcosa di più. Non ho un aggettivo per dire cosa rappresenti per la televisione italiana, soprattutto per la Rai".
''La Rai gli deve moltissimo'', dice Fiorello e aggiunge: ''Dovrebbe sostituire il cavallo di Viale Mazzini con una statua di Pippo Baudo. Perché lui ha tracciato un solco enorme dove tutti noi abbiamo imparato, ci ha insegnato senza voler insegnare, solo guardandolo". Il ricordo di Baudo si trasforma in una riflessione sulla televisione moderna. "Ieri sera, guardando i suoi programmi, mi ero quasi dimenticato di come si facesse la televisione. Oggi siamo presi da una frenesia, una velocità talmente potente. Io per primo mi sono inventato un programma di 27 minuti con gag da 30 secondi".
''Guardando i suoi show mi sono detto: 'Ma dove stiamo andando? Questa è la televisione'. Un pezzo musicale con Zarrillo, Mia Martini e Giorgia che durava 10 minuti, oggi non lo puoi fare più. Un monologo di 15 minuti, neanche. Una sigla di 5 minuti ti direbbero che sei pazzo. Invece io mi sono goduto quelle pause stupende, quei racconti. Abbiamo perso di vista la grandissima televisione di cui Pippo è stato l'artefice numero uno", commenta lo showman visibilmente emozionato. Fiorello rifiuta con umiltà l'etichetta di erede ("Non io, non io"), ma identifica con precisione il lascito più importante di Baudo: l'aver inserito il "fattore umano" nella televisione perfetta e ingessata di un tempo. "Baudo ha unito alla perfezione del grande varietà in bianco e nero, fatto di balletti provati allo sfinimento, il fattore umano. L'imprevisto, l'umanità. Speriamo di non perdere questo, di non dimenticare quello che ci ha lasciato'', conclude.
Le esequie di Pippo Baudo si terranno mercoledì 20 agosto alle ore 16, presso la Chiesa di Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania, sua città natale. Il Tg1 trasmetterà i funerali in diretta dalle 15:30 alle 18:10.