Porto di Livorno: accordo tra Affaritaliani.it e Lorenzini - Affaritaliani.it

Cronache

Porto di Livorno: accordo tra Affaritaliani.it e Lorenzini

Comunicazioni in merito all'articolo pubblicato dalla nostra testata nel 2019

In data 13 gennaio 2019, Affari Italiani pubblicava un articolo titolato «Lo scontro commerciale e giudiziario attorno al Porto di Livorno».

L’articolo in questione dava conto di una controversia tra due gruppi armatoriali e delle polemiche relative ad alcune scelte gestionali del comandante del Porto di Livorno, l’ammiraglio Giuseppe Tarzia. Tali scelte, definite nell’articolo “particolarmente pesanti”, avevano suscitato un’interpellanza parlamentare al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte di 33 deputati di Forza Italia. In particolare, nell’articolo, veniva riferito che tra i soggetti che avevano beneficiato delle “scelte forti” dell’ammiraglio Tarzia vi era anche il gruppo Lorenzini e che, due anni prima, Francesco Lorenzini aveva venduto un appartamento allo stesso ammiraglio.

In data 13 febbraio 2019, i signori Francesco Lorenzini, in proprio e in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Lorenzini & C s.r.l., e Enio Lorenzini in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentate della medesima società, depositavano denuncia-querela nei confronti dell’autore di tale articolo e del direttore Angelo Maria Perrino. 

Al termine delle indagini, il Pubblico Ministero riteneva applicabile la scriminante del diritto di cronaca e di critica. Più nello specifico, affermava che fosse stato rispettato il requisito della verità, osservando che: (i) anche se la Lorenzini S.r.l. non avesse avuto un ruolo nel “conflitto” in senso stretto tra le società che si occupano di trasporto di persone e autovetture, comunque non vi era dubbio che le scelte gestionali dell’Ammiraglio Tarzia avessero inciso sul sistema portuale nel suo complesso, e dunque anche nel diverso settore in cui opera la Lorenzini S.r.l. (ii) in data 28 novembre 2016 – e dunque circa due anni prima della pubblicazione dell’articolo in questione – era stato stipulato il contratto di compravendita immobiliare tra l’Ammiraglio Tarzia e Francesco Lorenzini. Alla luce di tali osservazioni, il PM richiedeva l’archiviazione del procedimento. 

In data 22 luglio 2019, i querelanti si opponevano alla richiesta di archiviazione.

Successivamente, il 22 gennaio 2021, il Giudice per le indagini preliminari disponeva l’imputazione coatta, rilevando tra l’altro che: «La lettura dell’articolo apparso su Affari Italiani suggerisce al lettore immediatamente e cioè secondo il senso comune che vi sia stato uno scambio semicorruttivo, amicizia contro vantaggi tra il comandante Tarzia e Lorenzini all’interno di un probabile scambio reciproco di favori. Infatti le notizie riportate nell’articolo non rispondono al criterio della verità. Viene fornita infatti una notizia in sé vera, la vendita di un appartamento di Livorno, accompagnata però da allusioni maligne e cioè il sospetto che l’appartamento sia stato venduto da Lorenzini sottocosto al comandante Tarzia e che quest’ultimo abbia restituito il favore adottando provvedimenti in favore dello stesso Lorenzini. Ma né l’una né l’altra di queste due circostanze insinuate dal giornalista e che costituiscono il cuore dell’articolo sono state minimamente provate. Al contrario sarebbe stato possibile verificare la corrispondenza o meno del prezzo di vendita al valore di mercato o indicare qualche provvedimento che concretamente sia stato adottato in favore di Lorenzini».

Dopodiché, il direttore e le persone offese hanno raggiunto un accordo transattivo. 

Il direttore, rammaricandosi del fatto che i querelanti abbiano ritenuto di aver subito un’offesa dalla predetta pubblicazione che i querelanti così come il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano hanno valutato offensiva, conferma che non era intenzione né sua né del giornale nel suo complesso ledere la reputazione dei querelanti insinuando l’esistenza di uno “scambio semicorruttivo” o “di favori” tra il Comandante Tarzia e la famiglia Lorenzini in quanto, così come affermato dal Giudice per le indagini preliminari, a differenza della Procura che aveva chiesto l’archiviazione, non vi era e non vi è alcuna evidenza del fatto che la Lorenzini abbia svolto un qualche ruolo in quello che è stato definito “scontro commerciale e giudiziario attorno al Porto di Livorno”, né di eventuali favori che la Lorenzini & C possa aver ottenuto grazie a provvedimenti del Comandante Tarzia, nè, tantomeno, che l’appartamento sia stato venduto in ragione delle qualità personali dell’acquirente ovvero ad un prezzo che non fosse pienamente corrispondente a quello di mercato, né, soprattutto, che vi fossero relazioni di particolare familiarità tra la famiglia Lorenzini e l’Ammiraglio Tarzia.
 

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