Prescrizione, così Alfano piega il Pd
Dem costretti a ritirare gli emendamenti
Va avanti, seppure a fatica, l'esame a Palazzo Madama della riforma del processo penale, al termine di un lungo impasse, con ben sei verifiche, nel corso della giornata, di mancanza del numero legale. Nel pomeriggio la svolta positiva, grazie all'incontro tra il Guardasigilli Andrea Orlando e i centristi di Ap che, soddisfatti dall'impegno del ministro, sono rientrati in Aula permettendo la ripresa della discussione generale. A convincere i senatori centristi l'assicurazione di Orlando di partire dal testo della Commissione e soprattutto il ritiro, da parte del capogruppo Pd in commissione Giuseppe Lumia, di suoi tre emendamenti. Un rasserenamento del clima interno alla maggioranza che, almeno per il momento, allontana l'ipotesi di ricorso alla fiducia. Tuttavia e' presto per escluderla del tutto: nel corso del dibattito sono infatti in programma circa 270 voti segreti, tenuto conto che il provvedimento riguarda diverse norme sulla liberta' personale e di diritti tutelati dalla Costituzione. La risposta la si avra' la settimana prossima, quando il dibattito sui quasi 400 emendamenti entrera' nel vivo. Detto questo, oggi c'e' stato un significativo braccio di ferro nella maggioranza su un tema, come quello della giustizia, che resta molto delicato. Soprattutto perche' riguarda questioni "calde" come la Prescrizione e le intercettazioni. Durissimi i senatori dell'opposizione: secondo Mario Giarrusso, del Movimento 5 Stelle membro delle Commissioni Giustizia e antimafia "con il disegno legge in discussione oggi in Senato la maggioranza Renzi-Alfano intende fare ulteriori regali alla criminalita' organizzata politica e mafiosa". Molto critica anche Loredana De Petris, capogruppo di Si:"Da giorni - attacca - la discussione del Senato su un tema fondamentale come la giustizia e' paralizzata dalle divisioni interne alla maggioranza. Si e' creata una situazione gravissima e inaccettabile" Ad ogni modo, restano molti, all'interno dell'esecutivo, i contrari al ricorso della fiducia, convinti che un'ulteriore forzatura dell'esecutivo sul Parlamento potrebbe esacerbare ulteriormente gli animi in un momento politicamente delicato per la maggioranza in un clima di scontro aperto sulle modifiche all'italicum e il voto sul referendum. Appuntamento quindi nei prossimi giorni, visto che la decisione, mettere la fiducia o meno, dovra' essere presa comunque in tempi rapidi. A spingere per far presto, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che vorrebbe vedere prima possibile calendarizzata nell'Aula di palazzo Madama la riforma del cinema che contiene delle scadenze da rispettare, in vista della legge di stabilita'.