Quarantesima: ultimi sforzi - Affaritaliani.it

Cronache

Quarantesima: ultimi sforzi

Coronavirus e Quaresima in quarantena: che strana e drammatica “quarantesima”

 

Di Marco Palmisano, Presidente Club santa Chiara

 

Eccoci all’ultima settimana di Quaresima e, a Dio piacendo, forse anche di quarantena. Ancora qualche gg di sofferta attesa e poi sarà Pasqua, di vita e di resurrezione, speriamo in ogni senso. Che strana e drammatica “quarantesima”.

 

In Lombardia ci accingiamo a qs Pasqua con tanto dolore ancora sulle spalle e con le mascherine obbligatorie sul volto, mentre il resto d’Italia, per fortuna, sembra soffrire molto di meno.  Comunque, a piccoli passi, tutti insieme, ci stiamo avviando a intravedere la luce in fondo al tunnel. Per l’uscita definitiva ci vorrà ancora tempo, non tanto, ma sufficiente per darci modo di ripensare un po’ a tutto.

 

Due grandi temi sopra ogni cosa: la vita di relazione e il lavoro.

 

Il primo tema solo per dire che questa grande calamità ci ha obbligati a ripensare la scala del valore e del senso che diamo alle ns relazioni, in primis quella con Dio, in famiglia, con i ns cari, con gli altri in genere e con la natura e il creato in generale. Siamo oggettivamente tutti più buoni e inclini a pensare che la vita è un soffio e che non ci appartiene. Inutile negarlo, la morte che prima si voleva nascosta ad ogni costo, ora è riapparsa prepotente a ricordarci che siamo creature e che la vita va vissuta bene ogni giorno, pensando che ha un fine e anche un termine.

 

IL secondo grande tema è quello del lavoro e della riorganizzazione sociale che di conseguenza si dovrà mettere in atto.  Nuovi modelli di economia e di business, incentrati più sulla sostenibilità che sul profitto di mercato, con più attenzione alla qualità di vita di tutti gli attori.

 

Una cosa è certa, il capitalismo globale e felice ha finito la sua corsa. Ora inizia il tempo di nuove riflessioni, più votate alla qualità dei rapporti umani più che allo sviluppo indiscriminato del guadagno e del successo. Ci voleva un virus per capire che non si vive per lavorare, ma, al contrario, si lavora per vivere. E che tornando finalmente a vivere, non ci si scordi ora la lezione.     

 

                      Vai a:     www.MarcoPalmisano.com