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Cronache
"Realtà aumentata, webinar e blog. Così facciamo didattica a distanza"

Il dibattito sulla gestione della scuola in pandemia continua a dimenarsi nel malcontento diffuso, espresso di recente anche dagli scioperi di docenti e studenti di diverse città italiane per tornare alla didattica in presenza subito dopo Pasqua, in una matassa non facile da districare. "Non so se il modello adottato dall'Istituto Veronesi in questa tragica fase possa essere considerato un esempio per tutti da seguire. Quello che so con certezza è che noi siamo partiti innanzitutto dai bisogni dei ragazzi e lo abbiamo fatto in qualità non di missionari ma di comunità scolastica, che si è caricata sulle spalle la grande responsabilità di cui dall'inizio siamo stati investiti” ha raccontato Laura Scalfi, direttore generale dell’Istituto Veronesi e del Liceo Steam International al webinar “Scuole chiuse, un anno dopo: cosa abbiamo imparato?” di Competere.eu.

Quello dello Steam International di Rovereto, indirizzo scientifico opzione scienze applicate, partner didattico delle altre sedi in Italia, durante la seconda ondata Covid, è un episodio che si isola nel panorama nazionale per essere riuscito a mantenere il 100% della didattica in presenza durante tutto il mese di novembre 2020, quando in zona gialla gli altri licei erano chiusi, e il 75% poi, non sacrificando mai del tutto il contatto con gli studenti. E ciò, spiega ad affaritaliani.it la direttrice generale Scalfi, è stato realizzabile per via dell’elevato numero di attività di laboratorio, per le quali è ammesso lo svolgimento in presenza, che il progetto curriculare dell’istituto prevede.

Come vi siete mossi?

Abbiamo esasperato le regole di comportamento anticovid, dai dispositivi sanitari alla misurazione della temperature, ricambio dell’aria, sanificazione tre volte la mattina e due volte il pomeriggio degli ambienti, bagni per ogni classe in modo da evitare la commistione, ingressi scaglionati. Tamponi ad inizio scuola, poi test rapidi periodici, e monitoraggio con l’aiuto della segreteria. Abbiamo avuto in tutto 3 casi di positività, che grazie al monitoraggio costante abbiamo potuto subito mettere in quarantena

Adesso invece state facendo didattica a distanza?

Ora stiamo facendo didattica integrata, gli studenti stanno comunque molto a scuola, i laboratori sono sempre previsti, e poi usiamo una piattaforma di e-learning che abbiamo appositamente introdotto per le attività a distanza, come quelle impiegate dalle università

La falla della Dad, secondo alcuni, sarebbe nell'approccio inadeguato, ovvero la proposta di una lezione tale e quale ma al computer piuttosto che riscritta in un linguaggio più consono al mezzo…

Lo strumento digitale nel nostro istituto era integrato già nella lezione in presenza, e quindi il nostro corpo docenti possiede alte competenze nella digitalizzazione. Ma ciò non accade nelle altre scuole, in cui i colleghi, capisco la difficoltà, a marzo dell’anno scorso si sono trovati a usare strumenti a cui non erano abituati, e in questo bisognava forse aiutarli. E' stato difficile anche per noi, invece, adattare la didattica a distanza. Ad esempio, abbiamo lavorato con la realtà aumentata, avevamo già delle sperimentazioni in atto, e abbiamo utilizzato format, webinar e blog, concentrando argomenti di discussione brevi, considerato il calo dell’attenzione, per cui non si possono tenere per 50-60 minuti i ragazzi attenti al docente che parla davanti a una telecamera. I tempi di attenzione sono molto ridotti, da un quarto d’ora, abbiamo visto, a massimo 20 minuti, ed è necessario richiamarli, fare scattare il dialogo. Abbiamo inoltre scritto un decalogo che include delle regole di comportamento, da come ci si presenta davanti al pc all’obbligo per i docenti e per gli studenti delle telecamere sempre accese. Un approccio che via via stiamo sistematizzando, per praticarlo anche nel post covid. Per esempio, per i nostri studenti che partecipano a competizioni sportive internazionali. Così che anche dopo, quando non potranno essere a scuola perché impegnati in tali attività, ne possano fruire. Anche se la presenza non la sostituisce niente, rispetto ad altre situazioni che hanno registrato un forte gap di competenze in questi due anni di scuola in pandemia, noi siamo riusciti a garantire in qualche modo una parità

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