Regeni, l'ad di Eni Descalzi testimonia al processo: "Il motivo dell’omicidio resta un mistero" - Affaritaliani.it

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Regeni, l'ad di Eni Descalzi testimonia al processo: "Il motivo dell’omicidio resta un mistero"

L'ad di Eni Descalzi: "Il perché di questo omicidio atroce resta un grande mistero, non riesco a immaginare le ragioni"

di Redazione

Regeni, l'ad di Eni Descalzi testimonia al processo 

"Il perché di questo omicidio atroce resta un grande mistero, non riesco a immaginare le ragioni". Lo ha detto l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, sentito come testimone nel processo a Roma a carico di quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati dell'omicidio di Giulio Regeni. Rispondendo alle domande dei legali dei genitori del ricercatore italiano, Descalzi ha aggiunto di avere "saputo purtroppo del sequestro e del decesso di Giulio Regeni a febbraio del 2016 quando la notizia è stata pubblicata dai giornali".

Le istituzioni italiane "non ci hanno mai chiesto di chiedere informazioni" ma "mi è sembrato doveroso parlare con il presidente e ministro egiziano per chiedere chiarezza su quanto avvenuto. Mi sono arrivate rassicurazioni ma poi chiarezza non è stata fatta". Descalzi ha ricordato che "dalla Farnesina non ci è mai stato chiesto di intervenire. Noi siamo una società quotata, abbiamo una partecipazione del governo, abbiamo competenze ingegneristiche ma non siamo diplomatici. Non abbiamo competenze su questo, è il mestiere della Farnesina, potrebbe anche essere pericoloso muoversi in un terreno che non ti compete".

"Dalle autorità egiziane ho sempre ricevuto una disponibilità generica sulla collaborazione sul caso Regeni ma era chiaro ed evidente che non ci fosse". Lo ha affermato l'ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sentito come testimone nel processo davanti alla Prima corte d'Assise di Roma a quattro 007 egiziani accusati dell'omicidio di Giulio Regeni. "Io non ricordo che le autorità del Cairo abbiano mai posto limiti alle nostre richieste in particolare sul nodo legato all'elezione di domicilio degli indagati", ha aggiunto l'ex ministro affermando che in tutti gli incontri bilaterali, anche quelli che riguardavano i rapporti commerciali tra i due Paesi, il tema principale era Regeni con la richiesta di "un passo avanti per arrivare alla verità su quanto avvenuto".

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