Cronache
Rogo Thyssen, l'ex ad arrestato in Germania. "Ma andrà in cella solo di notte"
La rabbia dei parenti delle vittime: "Questa non è giustizia, il mio perdono non lo avrà mai", dice la mamma di un ragazzo morto nell'incendio del 2007
Rogo Thyssen, lo sfogo dei parenti delle vittime dopo l'ennesima beffa giudiziaria: "Vorrei che soffrisse quanto me"
Torna a far discutere la tragica vicenda del rogo divampato nelle acciaierie ThyssenKrupp di Torino, costato la vita a sette operai. Sedici anni dopo la terribile storia di cronaca arriva una svolta dalla Germania. Si aprono le porte del carcere - si legge su La Stampa - per l’allora ad della multinazionale tedesca Harald Espenhahn, ma non resterà di certo chiuso in cella. I giudici tedeschi gli hanno riconosciuto il regime di semilibertà, di giorno potrà uscire per lavorare ma in prigione dovrà tornare per dormire. Deve scontare cinque anni per omicidio colposo in relazione alla morte dei sette operai che, la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, stavano lavorando sulla linea 5 e in pochi istanti vennero travolti dal fuoco.
L’arresto di Espenhahn è avvenuto il 10 agosto, 35 giorni dopo il verdetto della Corte Costituzionale federale che ha respinto il ricorso del manager contro il provvedimento di esecuzione della pena emesso dalla Procura generale di Torino: i giudici hanno ritenuto non sufficientemente circostanziate le argomentazioni dell’imprenditore sulle presunte violazioni dei diritti fondamentali.