Cronache
Scuola, Renzi: "Slitta di un anno l'assunzione di 100 mila precari"

Tanto tuonò che piovve sulla Buona scuola di Renzi. Già i tempi erano stretti: ora le proteste e i 3 mila emendamenti arrivati in commissione, fanno slittare di un anno l'assunzione di 100 mila precari. Ad annunciarlo è stato lo stesso premier Matteo Renzi nel corso della puntata di Porta a Porta sulla riforma della scuola. "Quest'anno con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i 100mila a settembre. Le scelte dell'opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà ad entrare in vigore in tempo per settembre", ha detto infatti Renzi che ha spiegato di voler fare "tesoro del suggerimento di Lula: se sei convinto di aver ragione ma hai l'opinione pubblica contro fai una conferenza nazionale, racconti la tua proposta, ascolti le critiche e poi decidi. A inizio luglio faccio una conferenza sulla scuola, sento tutti, dai sindacati alle famiglie per un giorno e dopo si decide", ha aggiunto Renzi. La conferenza durerà "un giorno", e poi il giorno dopo "si chiude" e le assunzioni "immagino saranno dal 2016".
Che l’aria fosse tesa anche in Senato, dove la commissione faticava a varare il provvedimento da portare in Aula, era chiaro da giorni. Dopo che il governo era andato sotto sul parere di costituzionalità nella commissione Affari costituzionali, anche la commissione Istruzione era in panne: la seduta di questa sera, convocata per le 20.30, era stata "sconvocata" per la richiesta del gruppo di Area popolare. E lo stesso Renzi aveva ammesso: "Ho fatto arrabbiare tutti". I due punti più controversi del Ddl scuola, che è stato approvato in Senato ma che ha bisogno ancora del via libera dalla Camera, sono l’assunzione in blocco di 100 mila precari delle Graduatorie ad esaurimento e la nuova figura del preside-manager. Sul primo punto, sono diverse le categorie che si sono sentite escluse dalla platea dei neo assunti, dai precari di seconda fascia, o delle Graduatorie di istituto, che coprono più della metà delle 140 mila supplenze all’anno, fino ai cosidetti "tieffini", ovvero gli abilitati attraverso il Tirocinio formativo attivo.
Sul secondo punto, sono stati i sindacati a protestare soprattutto contro l’ipotesi che sia un dirigente scolastico a decidere i destini dei professori, valutandoli e scegliendoli. Nonostante le limature al testo della riforma, la figura predominante del preside è rimasta poco accettata dal mondo degli insegnanti, timorosi di finire nel vortice di una valutazione spregiudicata e senza controlli: il dirigente è infatti, secondo la Buona scuola, egli stesso valutato, ma da ispettori esterni, meno di 200 in tutta Italia.