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Cronache
Abruzzo, valanga sull'hotel: 4 morti. Oltre 25 dispersi. Le foto e i video
Foto Vigili del Fuoco

Uomini e macchine scavano da ore tra neve e macerie nella speranza di trovare altri superstiti della valanga che ha investito l'hotel Rigopiano, nel comune di Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso.

Secondo il soccorso alpino, ci sono i margini per salvare delle vite, anche se l'area della catastrofe ha sin qui restituito solo corpi senza vita. Tre sono stati estratti questa mattina, un quarto è stato localizzato, mentre Titti Postiglione, capo dell'ufficio emergenze del dipartimento della protezione civile, nel corso di un aggiornamento invita a considerare "due le vittime accertate". Resta fermo a due anche il numero degli scampati: Giampiero Parete e Fabio Salzetta, che al momento della valanga si trovavano all'esterno e da lì sono riusciti a lanciare l'allarme. I resti delle prime tre vittime sono in corso di trasferimento in elicottero all'aeroporto d'Abruzzo, da dove saranno portati in obitorio per gli accertamenti del medico legale.

All'interno dell'hotel Rigopiano, i corridoi invasi dalla neve. VIDEO

Il numero dei dispersi è incerto ma sicuramente importante. Secondo il sottosegretario regionale con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, nell'hotel erano presenti almeno 34 persone: "Le persone registrate in Questura ufficialmente sono di meno, ovvero 22 clienti e otto dipendenti. Ma è verosimile che vi fossero almeno quattro ospiti non residenti in albergo". Per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, invece, le persone in hotel sarebbero state 24, di cui, precisa, almeno quattro bambini. La Procura di Pescara ha aperto un'indagine per omicidio colposo.

La massa ghiacciata di proporzioni spaventose, un fronte di oltre 300 metri, si è staccata dai 2.400 metri della parete del monte Siella  in conseguenza del sisma che ha nuovamente e ripetutamente infierito ieri sul Centro Italia. Ed è precipitata giù senza trovare negli alberi una sufficiente resistenza. Nei pendii superiori, ha abbattuto un bosco. Ma un altro dato rende l'idea della sua forza d'urto: l'hotel Rigopiano si è spostato di dieci metri.
 
I primi a raggiungere nella notte l'area del disastro e a penetrare tra le macerie sono stati dieci finanzieri scialpinisti. Perché anche le vie di comunicazione con l'hotel erano state spazzate dalla valanga. Solo dopo molte ore e tra difficoltà inenarrabili alla fine è giunta a destinazione, preceduta da una turbina spazzaneve, anche la colonna mobile dei soccorritori. Oltre 70 uomini e mezzi di esercito, polizia, carabinieri, soccorso alpino, protezione civile e guardia di finanza. Localizzato il punto dove si trovava il tetto dell'hotel e liberato il piazzale, i mezzi meccanici hanno iniziato a scavare. Si aggirano anche le unità cinofile dei vigili del fuoco, senza registrare segnali di vita sotto la coperta di ghiaccio che si è stesa sull'hotel. I pompieri, di fronte al disastro: "L'albergo è stato spazzato via, non esiste più".

Intanto, presso il punto di raccolta allestito presso Centro operativo comunale di Penne, dove si accolgono e assistono i parenti di chi era all'hotel Rigopiano, è in corso il vertice sulle operazioni di soccorso alla presenza del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, del viceprefetto di Pescara Carlo Torlontano e dei comandi di tutte le forze impegnate. E dello stesso sottosegretario regionale Mazzocca, che si è espresso con disagio su una vicenda su cui ora indaga la Procura pescarese: "Per quanto mi riguarda nel 2005 ho vissuto un'emergenza simile, ma allora le Province e i Comuni avevano altre risorse e uomini. Anche l'Anas era una cosa diversa. Oggi è difficile fare fronte a una emergenza straordinaria, senza pari nella storia dell'Abruzzo, con gli uomini e le risorse che abbiamo".
 
L'area privilegiata delle ricerche è evidentemente quella corrispondente all'interno dell'edificio, ma la zona interessata è molto più ampia, si sviluppa per centinaia di metri e percorre tutta la massa della valanga. Il locale della piscina coperta, che si trovava davanti all'hotel, è sprofondato a un piano sotto il livello dell'ingresso. La piscina è completamente ghiacciata a quasi integra, ma alla sue spalle, da dove arrivavano i clienti, c'è un'unica massa di neve, macerie e detriti di alberi. Distrutta la cupola di vetro che copriva la struttura sotterranea penetrando nell'ampia zona della Spa.
 
Giampiero Parete, 38 anni, all'hotel Rigopiano con la famiglia, e Fabio Salzetta, manutentore dell'albergo, al momento della valanga si trovavano all'esterno. Sono in buone condizioni fisiche: si erano riparati all'interno dell'auto. "Sono salvo - ha raccontato Perete - perché ero andato in auto a prendere una medicina per mia moglie che aveva mal di testa. Mentre tornavo verso l'hotel ho sentito rumori e scricchiolii e ho visto la montagna cadere addosso all'edificio. Ha travolto anche me, ma parzialmente. Ho visto gran parte dell'albergo ricoperto dalla neve. Ho provato a entrare ma ho rischiato di rimanere intrappolato; allora mi sono aggrappato a un ramo e sono riuscito a tornare verso la macchina. Poi ho incontrato il manutentore dell'albergo e insieme abbiamo lanciato l'allarme. Dall'interno dell'hotel non ho sentito alcun rumore o movimento. I miei due figli e mia moglie sono nell'hotel". Parete, residente a Montesilvano (Pescara), assistito dal personale della Rianimazione dell'ospedale di Pescara e dagli psicologi della Asl, è arrivato in stato di ipotermia, ma il quadro clinico non è preoccupante.

E' il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, a riportare la testimonianza dell'altro superstite, Fabio Salzetta. "E' il manutentore dell'hotel, lo conosco bene. Ci ho parlato anche stamattina, ha detto che non si è accorto di nulla. E' stato un brevissimo lasso di tempo silenzioso. Si è trovato travolto all'interno del locale caldaia, un vano in cemento armato che l'ha protetto da tutto. Immediatamente liberatosi ha provato a cercare aiuto e a sentire se ci fossero voci, ma non...Ha trovato solo l'altra persona che era in difficoltà come lui".
 
"Non credevano all'allarme". A dare l'allarme sul disastro dell'hotel Rigopiano è stato proprio Giampiero Parete, con una telefonata all'amico ristoratore e suo datore di lavoro, Quintino Marcella, che a sua volta ha chiamato i soccorsi. Senza essere creduto. Questo il suo racconto: "Ieri, alle 5,30, ricevo una telefonata via WhatsApp del mio cuoco che sta lì in vacanza con sua moglie e i suoi figli, uno di 6 e una di 8 anni. Mi dice: aiuto professore, è arrivata una valanga. L'albergo non c'è più, è sparito, è sepolto. Noi siamo fuori, siamo in due, ma tu chiama i soccorsi. Riesco a mettermi in contatto con il Centro di coordinamento della prefettura, ma mi sento rispondere: abbiamo chiamato due ore fa l'albergo, era tutto a posto. Non hanno voluto prendere per vera la mia versione. Io ho insistito: ho chiamato 115, 117, 118, 113, 112. Fino a quando alle 8 si sono messe in moto le macchine". L'uomo assicura di essere rimasto in contatto con il superstite, anche tramite sms: "Mi ha detto: sono tutti morti". "Giampiero - prosegue Marcella - e tutti gli altri ospiti dell'albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena fosse arrivato lo spazzaneve. Intorno alle 15, gli avevano detto. Ma l'arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via"
 
I dispersi. Fulvio, fratello di Marco Vagnarelli: "L'ultimo contatto con Marco risale alle 16,30 di ieri pomeriggio e ancora la slavina non era venuta giù: poi più nulla". Marco Vagnarelli e la compagna Paola Tomassini, di Castignano (Ascoli Piceno) sono ancora sotto le macerie. "Ci siamo messaggiati su WhatsApp, mi ha scritto che stavano per ripartire, ma c'erano ritardi per via della neve. C'erano dieci auto in fila e stavano aspettando che fosse liberata la strada. Il viaggio di soli due giorni stava per finire: dovevano andar via al mattino ma a causa del maltempo che bloccava la strada sono dovuti rimanere, fermandosi anche a pranzo. Si era impaurito per la scosse di terremoto, ma non per il maltempo. L'ultimo messaggio mio fratello lo ha mandato a mio figlio - riferisce ancora Fulvio Vagnarelli -. Lo ha avvisato che, visto che non riuscivano ancora a ripartire, rientrava in hotel e che, dentro, il telefono non prendeva. Da quel momento non abbiamo più notizie di Marco e Paola".

Oltre alla coppia di Castignano, non si hanno notizie di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo, della moglie Marina Serraiocco, 37, di Popoli, e del loro bambino. Dispersi anche Emanuele Bonifazi, 31 anni, di Pioraco, dipendente dell'hotel, e Marco Tanda, 25 anni, residente a Macerata. Era con la fidanzata 24enne  Jessica Tinari, anche lei dispersa, originaria di Lanciano, in provincia di Chieti. Tra i dispersi anche un dipendente dell'hotel, Alessandro Riccetti, 33enne di Terni; un uomo originario di Cosenza; una famiglia di tre persone di Osimo, composta da padre, agente di polizia, madre, commerciante e il loro bimbo di 6 anni; Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie, Silvana Angelucci, 46 anni, di Castel Frentano (Chieti), entrambi parrucchieri. Grande preoccupazione anche per la famiglia del 27enne Stefano Feniello, di origini salernitane e residente a Silvi Marina (Teramo).  Il giovane, secondo quanto si è appreso, ieri era nell'hotel dove aveva festeggiato assieme alla fidanzata il compleanno.
 
Sembra che alcuni ospiti siano riusciti ad andar via prima che la slavina si abbattesse sulla struttura ma ancora non è chiaro quanti siano riusciti a mettersi in salvo. Ieri, poco prima della tragedia, la direzione dell'hotel aveva informato che "a causa delle condizioni atmosferiche e delle forti nevicate, le linee telefoniche erano interrotte", invitando i clienti a contattare l'hotel all'indirizzo di posta elettronica. "Aiuto aiuto stiamo morendo di freddo": così una coppia ospite dell'albergo ha scritto ai soccorritori con un sms.

 

terremoto hotel rigopiano2Farindola (PE), l'hotel Rigopiano prima della slavina che lo ha travoltoGuarda la gallery

 

 
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