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Cronache
Toti, anche il capo di gabinetto Cozzani non risponde al Gip: "Mi dimetto"

Toti, anche il capo di gabinetto Cozzani non risponde al Gip

Nell'ambito dell'inchiesta in Liguria, dopo il governatore Toti, anche il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, ha deciso di non rispondere al giudice per l'interrogatorio di garanzia. Durante l'interrogatorio di oggi, Cozzani si è limitato a negare le accuse, spiegando che la mole di documenti da esaminare richiede tempo. Il suo avvocato, Massimo Ceresa Gastaldo, ha dichiarato che Cozzani chiarirà la sua posizione in un secondo momento, mostrandosi disponibile.

Al contrario, non si è tenuto l'interrogatorio di Aldo Spinelli, figura chiave nell'ipotizzato "sistema corruttivo" della procura di Genova. Spinelli ha lasciato la stanza del giudice dicendo che gli avvocati non erano presenti e ha annunciato che fornirà chiarimenti lunedì.

Durante l'audizione per convalidare le misure cautelari, l'ex sindaco di Porto Venere Cozzani ha dichiarato che, poiché non sarà più capo di gabinetto, le ragioni per il suo arresto non sussistono più. Ha promesso di dimettersi non appena gli verranno revocati i domiciliari. Cozzani è accusato di corruzione elettorale aggravata dalla presunta collaborazione con un clan mafioso. Si ritiene che durante la campagna elettorale per le regionali del 2020 abbia ottenuto voti dalla comunità riesina grazie agli interessi della famiglia mafiosa Cammarata, offrendo in cambio promesse di lavoro e alloggi popolari.

Secondo gli inquirenti, Toti era a conoscenza di queste attività e potrebbe essere stato il mandante dell'operazione. Gli imprenditori Maurizio e Arturo Angelo Testa, sospesi da Forza Italia, sono stati identificati come tramite tra Cozzani e i siciliani.

Accusa di falso al governatore Toti

Ma non è tutto. Dalle carte dell’inchiesta è emersa una nuova accusa per il presidente Toti. Il governatore risulta infatti indagato anche per falso, come scrive l’Ansa. L’ipotesi di reato sarebbe relativa alla gestione delle discariche in provincia di Savona, vicenda che vede coinvolto per presunta corruzione anche Pietro Colucci, imprenditore campano che ha fatto fortuna nel settore dei rifiuti.

Slitta l'interrogatorio di Spinelli

"Gli avvocati non ci sono, mi hanno lasciato solo". Lo ha detto l'imprenditore della logistica Aldo Spinelli, indagato e ai domiciliari nell'indagine per corruzione che ha portato ai all'arresto (ai domiciliari) del governatore Toti e dell'ad (sospeso) di Iren Signorini (in carcere) uscendo dalla stanza del gip dove si doveva tenere l'interrogatorio di garanzia.

"Saprete tutto lunedì" ha aggiunto, frase che che fa pensare che l'interrogatorio di garanzia potrebbe essere rinviato a lunedì. Poi a chi gli chiedeva cosa pensasse delle accuse che gli sono state rivolte ha risposto "Ma guardi, male non fare paura non avere". E a una domanda su Signorini ha risposto "Signorini? un amico".

L'interrogatorio di garanzia di Aldo Spinelli, l'imprenditore della logistica arrestato (ai domiciliari) nell'ambito di una vasta indagine per corruzione, è saltato perché i suoi avvocati Andrea Vernazza e Paolo Gatto non hanno ricevuto la convocazione tramite pec dalla cancelleria del giudice per le indagini preliminari. L'atto è stato aggiornato a lunedì.

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