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Cronache
Usura, rischio molto alto: +30% di richieste d’aiuto tra marzo e aprile

Usura, rischio molto alto: +30% di richieste d’aiuto tra marzo e aprile

Con molte imprese al collasso per il prolungato lockdown il rischio usura tra marzo e aprile è aumentato del 30% e a maggio potrebbe toccare il +50%, per non parlare della possibilità che alcune attività siano cedute alla criminalità organizzata. E’ l’allarme lanciato da Luigi Ciatti presidente, dell’Ambulatorio Antiusura di Confcommercio Roma. Il ricorso a prestiti di usura nella fase 2, spiega in un’intervista all’AGI, “è molto più che un pericolo reale e concreto, è una realtà, più passano i giorni e più permane questa situazione che vede da un lato il crollo della liquidità e delle entrate e dall’altro le uscite che continuano a correre, come quelle per il canone di locazione, spese per i dipendenti, i fornitori e le utenze. Alcuni versano in situazioni disperate, nel baratro”.

“Negli ultimi due mesi, marzo e aprile - aggiunge Ciatti - abbiamo avuto un aumento del 30% delle richieste di aiuto rispetto a un trend in crescita ormai dall’inizio dell’epidemia. Il telefono è diventato incandescente e per le attività commerciali il quesito che ci viene posto è sempre lo stesso: non ho più modo di far fronte alle spese, o chiudo o vado da un usuraio per farmi dare la liquidità che non ho avuto. Oppure... cedo l’attività ai criminali”. Perché c’è anche questo rischio nei periodi di crisi: “Abbiamo avuto due segnalazioni in modo chiaro e in altri casi il sentore di soggetti che si sono avvicinati per offrire l’acquisto delle attività in ragione delle difficoltà del titolare”. 

Secondo Ciatti, le imprese si sono trovate di fronte a “un’esigenza di liquidità immediata che non è arrivata dallo Stato anche perché si è scelto uno strumento inadeguato. Le banche non sono state messe in condizioni di lavorare, si sono trovate investite con questa massa di domande ma non sono state svincolate da tutte le procedure e le norme dei tempi ordinari. Alla fine i soldi non sono arrivati a chi ne aveva più bisogno dopo due mesi e mezzo”. E il rischio, conclude, è “che quando arriveranno gli aiuti di stato del decreto rilancio andranno in mano alle mafie e sarà il paradosso del paradosso. Andrà fatta un’indagine di quelle che sono le cessioni delle attività commerciali avvenute in questo periodo per capire in che mani sono andate. Lo farei per decreto legge”.

Per Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa, il “rischio usura è una certezza perché è aumentata la domanda di liquidità ma anche l’offerta della criminalità che tenta di inserirsi”. Per Cuomo è presto per fare delle stime: “Questa è una fase in cui il debito usuraio cresce, ma cresce nel silenzio: non è la fase problematica quella in cui si arriva allo scontro. Solo allora avremmo la dimensione del fenomeno”. “Che questa sia la fase durante cui famiglie e imprenditori in difficoltà vadano in cerca di aiuti è oggettivo. – dice Cuomo dall’AGI – A fronte di misure pubbliche che vengono annunciate ma non arrivano e vengono disattese questo rischio è la cosa più ovvia che può verificarsi”.

Tra l’altro oggi “il bisogno è più ampio del solito, non solo di credito ma anche di finanza di sostegno per le famiglie. Le organizzazioni hanno una straordinaria capacità di liquidità e quindi è inevitabile che il ricorso a questo sistema di credito illegale e criminale si allarghi: gli effetti li avremo non ora ma quando chi fa ricorso a questi ‘prestiti’ non sarà in grado di restituirli”. ​Cuomo poi lancia un appello a tutti: “Non gestite la situazione da soli, ma chiedete aiuto alle associazioni antiusura perché questo prestito che sembra salvifico non fa che aggravare la situazione”. Infine un ultimo allarme: “Registreremo anche suicidi in aumento. Solo a Napoli ne abbiamo registrati cinque, alcuni archiviati come depressioni ma in realtà sono di una doppia combinazione: la crisi finanziaria con quella sanitaria e i più deboli ricorrono al suicidio”. 

 
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