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Culture
"Dal tratto alle parole" di Mario Pugliese e Nicola Vacca

di Alessandra Peluso

 

Dal tratto alle parole” è il frutto della collaborazione tra Nicola Vacca, poeta, e Mario Pugliese, artista. È un omaggio ad alcuni giganti, quasi tutti vissuti nel Novecento, o comunque sofferenti testimoni della modernità; così scrive Alessandro Vergari nella prefazione, e, a ben vedere, sfogliando le pagine di questo libro, si profilano segni, ri-tratti definiti dalla penna di Pugliese e sottobraccio, si leggono le poesie di Vacca.

Nei versi c’è la vita di illustri personaggi quali Albert Camus, Cesare Pavese, Virginia Woolf, si dispanano croci e delizie, emozioni vissute dallo stesso Nicola Vacca. È chiaro come quanta letteratura sia nell’anima del poeta, ed è altrettanto evidente di come “le parole abbiano bisogno della voce dei poeti”.

«Alda dai Navigli scagliava la sua / nel vuoto d’amore del mondo. / Ancora oggi / la sua poesia di assoluti e di follie / disegna labirinti / per questi nostri giorni magri. / La voce di Alda è una presenza / per noi che non ci tuffiamo nel cuore» (p. 31). Occorrono sentimento e ragione perché si possa apprezzare il lavoro di Vacca e Pugliese, più affetto però, più cuore, perché in tal modo le parole fanno ingresso, e si muovono con fiducia e confidenza.

Sono amici. Sono amiche. Sono persone care quelle cantate da Nicola e sono figure dalle quali trasuda vita. Nei labirinti di Borges: «Giorni stretti nell’assedio / viviamo la prigionia di labirinti. Nessuno grida alla rivolta / soffocheremo la voce nell’assenza di un urlo» (p. 45). Nei labirinti oscuri, alle volte la mente si perde, e per ritrovare quel “filo di Arianna” occorrono speranza e fiducia, spesso smarrite negli intricati sentieri dell’esistenza.  

E poi, si cammina, ora in compagnia di Italo Calvino si apprendono “quelle lezioni in cui letteratura e vita hanno fatto delle parole / l’esempio da seguire”, e anche di Marcel Proust. Il lettore si ferma, si stupisce e riflette, prende fiato e poi riparte. Si tratta di un viaggio, per l’appunto, un lungo percorso della modernità che affascina e lascia traccia, poiché Vacca - come scrive Giuseppe Scaglione nella postfazione  - ha talento ed un uso adamantino che fa della parola, un uso attento e ragionato, ma ragionato con l’anima. Parole aperte al dialogo che si incontrano con l’artista Mario Pugliese e comunicano, dicono tanto e dispongono l’anima al viaggio, alla scoperta, alla riconoscenza dell’altro, in sé.

Dal tratto alle parole” di Nicola Vacca e Mario Pugliese cattura, ma non ti tiene chiuso in gattabuia, la libertà è giustappunto poesia, è arte, è creatività, è vita, umana. E Dio sa di quanta umanità abbiamo bisogno oggi!             

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