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Culture
Dall’11 maggio Orizzonti a Parte curata da Sabino Maria Frassà

ORIZZONTI A PARTE
Personale di Paolo Peroni a cura di Sabino Maria Frassà
Il vincitore del premio cramum da PALAZZO ISIMBARDI al MUSEO FRANCESCO MESSINA

 
Via Vivaio 1 Milano 
Via San Sisto 4/A (Via Torino) Milano
12 maggio – 29 maggio 2016
da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
Vernissage 11 maggio - 18.00
 
 
Il Comune di Milano, la Fondazione Giorgio Pardi e l’associazione cramum presentano l’11 maggio alle ore 18:00 allo Studio Museo Francesco Messina la mostra ORIZZONTI A PARTE, di PAOLO PERONI, curata da Sabino Maria Frassà. Paolo Peroni vince il premio cramum nel 2014 con l'opera Sudari da caccia a Palazzo Isimbardi. La mostra "Orizzonti a Parte" è quindi parte del premio cramum che ogni anno attribuisce al vincitore la possibilità di allestire in massimo due anni una mostra site-specific allo Studio Museo Francesco Messina.
“Orizzonti a parte” indaga la crisi della città e dell’uomo di oggi: “Da Torino a Milano ci sono 138 chilometri di strade e cemento. Chilometri di periurbano, di terriotrio che non è né città né campagna. Paolo Peroni polemmiza e intitola l’opera principale <<Correre come merda nei tubi>>” ricorda il curatore Sabino Maria Frassà, che aggiunge: “Non c’è più spazio per un orizzonte diverso dalla città stessa, come cantava Celentano già 50 anni fa in Il ragazzo della via Gluck <<non so perché continuano a costruire le case e non lasciano l'erba>>. Paolo Peroni però, come sempre, critica e (sor)ride alla vita: parte dalla bruttura  generata dall’involuzione urbana per cercare un orizzonte diverso, a parte, che trova nel cemento, nel catrame e nel ferro, trasformati in nuovi canoni estetici preterintenzionali. Se il mondo che ci circonda è sempre più brutto, compito dell’artista è quindi forse quello cercare di vedere nel buio, mostrando quelle cose che non hai avuto qui. In fondo proprio dal letame nascono i fiori”.
La Chiesa di San Sisto, oggi Studio Museo Francesco Messina, è la cornice ideale per la riflessione di Paolo Peroni, che colloca 12 grandi installazioni in dialogo con la chiesa barocca e i celebri bronzi del Messina. Unica colonna sonora possibile è il rumore dell’autostrada A4 (Torino-Milano) proveniente dagli stessi tubi metallici parte dell’opera “Correre come merda nei tubi”. Come ricorda l’artista riguardo alle altre opere in mostra: “Le mie sculture Figure si confrontano con le ballerine di Messina: ogni artista interpreta la figura umana attraverso gli occhi del proprio tempo. I miei uomini sono fatti di cemento e catrame; non sono in scala, ma sono costruiti riprendendo dimensioni di persone vere. Oggi l’uomo è ancora fatto dal 75% di acqua o è fatto del cemento che “respira”? Del catrame su cui cammina?”
 
PAOLO PERONI studia arte tra Busto Arsizio (VA) Firenze e Torino. Si laurea all'Accademia Albertina di Torino. Vince nel 2014 il premio cramum. La Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea gli dedica tre mostre personali (tra cui Sudari Da Caccia, a cura di Francesco Poli nel 2013). Espone in mostre collettive in Italia e all’estero: si ricordano nel 2015 OLTRE (Budapest, Ivrea, Roma, a cura di Sabino Maria Frassà) e Imago Mundi (Venezia a cura di Luca Beatrice).
 
 
IL PREMIO CRAMUM

Cramum è una parola latina che significa “crema”, “la parte migliore del latte”. Il Premio cramum è stato ideato nel 2012 da Andi Kacziba e Sabino Maria Frassà proprio per sostenere i migliori giovani in Italia a prescindere dalla provenienza.
Piaga dell’Italia è non solo la fuga di cervelli all’estero, ma anche la difficoltà di attrarre nuovi saperi (cervelli) dall’estero. La Fondazione Giorgio Pardi e l’associazione cramum hanno da subito appoggiato il progetto, comprendendone la rilevanza e apprezzando anche il secondo obiettivo, colmare il gap generazionale. Il premio, che si tiene ogni anno a Palazzo Isimbardi di Milano, è stato pensato dall’inizio per mettere in relazione diverse generazioni di artisti.
Vincitori delle scorse edizioni sono stati: Daniele Salvalai (2013), Paolo Peroni (2014) e Francesca Piovesan (2015). Il vincitore del Premio si aggiudicherà un cubo realizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano con il Marmo di Candoglia e una mostra site-specific allo Studio Museo Francesco Messina

 

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