Culture
“Don Giovanni” in scena al Teatro Pergolesi: una rilettura gotica per l’apertura della stagione lirica di Jesi
Si è aperta venerdì la 58/a Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi con l’amata opera di Mozart in due repliche sold out

Venerdì 17 ottobre 2025, alle ore 20.30, il sipario del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi si è levato sulla nuova produzione del Don Giovanni di Mozart, opera scelta per inaugurare la 58ª Stagione Lirica di Tradizione. La replica si è tenuta domenica 19 ottobre alle ore 16, in una versione accessibile arricchita da servizi inclusivi per persone con disabilità sensoriali, riaffermando l’impegno della Fondazione Pergolesi Spontini a favore dell’accessibilità culturale e della valorizzazione del canto lirico come patrimonio immateriale dell’UNESCO.
L’allestimento, firmato dal regista Paul-Émile Fourny, si distingue per un’interpretazione audace e visionaria del celebre dramma giocoso. In questa lettura, Don Giovanni si trasfigura in un vampiro seduttore, evocando le figure archetipiche di Dracula e Nosferatu. Le atmosfere notturne, le luci crepuscolari e la continua tensione tra eros e morte avvolgono la scena in un’estetica gotica che affascina e inquieta. Il protagonista, incarnato dal baritono Christian Federici, non è solo un libertino, ma un’entità mitologica che si nutre del desiderio altrui e che, come vuole la leggenda vampirica, viene infine punito dal soprannaturale.

Il cast, composto prevalentemente da artisti under 35, ha conferito all’opera una vitalità sorprendente. Accanto a Federici, spiccano Maria Mudryak (Donna Anna), soprano dalla vocalità intensa e controllata, Louise Guenter (Donna Elvira), Valerio Borgioni (Don Ottavio), Stefano Marchisio (Leporello), Gianluca Failla (Masetto), Eleonora Boaretto (Zerlina) e Luca Dall’Amico (Commendatore). La direzione musicale è stata affidata ad Arthur Fagen, maestro di statura internazionale, capace di restituire alla partitura mozartiana tutta la sua ricchezza dinamica e drammatica.
La scenografia di Benito Leonori ha costruito un mondo di chiaroscuri evocativi, dove gli spazi sembrano trasudare memorie e presenze occulte. I costumi di Giovanna Fiorentini, dal sapore ottocentesco, contribuiscono a un’atmosfera sospesa tra storia e leggenda, mentre le luci di Patrick Méeüs e i visual di Mario Spinaci amplificano l’effetto ipnotico della messinscena.
Musicalmente, l’opera è stata sorretta dal giovane Time Machine Ensemble, orchestra residente della Fondazione Pergolesi Spontini, con il Coro Ventidio Basso di Ascoli Piceno diretto da Pasquale Veleno. L’allestimento è una coproduzione internazionale che coinvolge anche il Teatro Coccia di Novara, il Marrucino di Chieti, l’Opéra-Théâtre de Metz e il NOF – Nouvel Opéra Fribourg.
La trama, ben nota, narra la parabola autodistruttiva di Don Giovanni, seduttore incallito e sfidante delle leggi divine e umane, che dopo una vita di piacere viene condotto alla dannazione eterna. La lettura di Fourny, però, va oltre la narrazione lineare, trasformando il dissoluto in un vampiro dell’anima, eternamente affamato e destinato a soccombere di fronte alla forza sovrannaturale che egli stesso provoca.

La stagione, diretta artisticamente da Cristian Carrara e organizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini, prosegue con un cartellone di grande raffinatezza e varietà. Il 21 e 23 novembre, con anteprima il 19, andrà in scena L’Olimpiade di Giovanni Battista Pergolesi, su libretto metastasiano, con la direzione di Giulio Prandi e la regia di Fabio Ceresa. Una produzione che omaggia la tradizione barocca con un cast d’élite specializzato nel repertorio antico.
Segue, il 29 e 30 novembre (anteprima il 27), Il giudizio di Paride. Processo a un deicida, un’opera in prima esecuzione assoluta firmata da Fabio Ceresa e Paolo Marchettini. L’azione si svolge in un tribunale ultraterreno dove Paride, accusato della morte di Achille, affronta una giuria mitologica. Il pubblico, chiamato a giudicare, diventa parte attiva di una riflessione contemporanea sulla colpa e il destino.

Il 19 e 21 dicembre (anteprima il 17) è la volta de La Bohème di Puccini, con la regia ancora di Fourny e la direzione di Jacopo Rivani. Tra gli interpreti, Elisa Verzier (Mimì), Matteo Roma (Rodolfo) e Daniele Terenzi (Marcello). La produzione è quella dell’Opéra-Théâtre de Metz, a suggello della continuità estetica e produttiva che unisce le due istituzioni liriche.
A chiudere la stagione, il 29 dicembre Romeo e Giulietta, balletto su musica di Čajkovskij, con coreografie di Federico Veratti e scene di Marco Pesta. Una sintesi tra danza, letteratura e sinfonismo interpretata dal Balletto di Milano.
Il Teatro Pergolesi conferma con questa stagione la propria vocazione al dialogo fra tradizione e innovazione, fra classicismo e ricerca, puntando su giovani talenti e produzioni originali. Grazie a coproduzioni internazionali, programmi educativi come “Musicadentro” e servizi di inclusione culturale, la Fondazione Pergolesi Spontini si pone come modello virtuoso nel panorama lirico nazionale.
La stagione 2025 è un esempio di come la lirica possa ancora oggi interrogare l’animo umano e parlare al presente con la forza del mito e la verità dell’arte.
