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Culture
Expedition di Alessandra Bonavina: il primo docufilm su una missione spaziale
Si chiama Expedition ed è il primo docufilm dedicato ad una missione spaziale. Autrice dell’opera, che è stata proiettata giovedì scorso a Milano, durante un dibattito sull'economia sostenibile organizzato da PLEF (Planet Life Economy Foundation) è la regista Alessandra Bonavina, che ne è anche la produttrice con la società Omnia Gold Studios Production.
 

LA MISSIONE VITA

 
Il documentario conduce lo spettatore dietro le quinte della Missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana e vede la partecipazione dell’astronauta italiano dell’ESA, Paolo Nespoli, alla sua terza missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, mostrando un mondo tuttora ignoto al pubblico. Non si tratta infatti delle solite riprese degli astronauti che gravitano sospesi nella navicella, il film mostra tutto ciò che avviene prima del lancio: i durissimi addestramenti, gli esperimenti, le simulazioni di situazioni catastrofiche e l'aspetto tecnologico della missione.
 

ALESSANDRA BONAVINA

regi
 

La regista Alessandra Bonavina durante le riprese è stata accompagnata dall'astronauta Paolo Nespoli, vero e proprio Virgilio e narratore nel mondo dello spazio, così affascinante e allo stesso tempo sconosciuto ai più. La parte finale della pellicola è stata girata in Russia, dove si è svolta l'ultima fase degli addestramenti prima del lancio.

 
Ci dice Alessandra Bonavina: "Girando il Docufilm mi sono resa conto che la maggior parte della gente non sa nemmeno che esiste la stazione spaziale, che da anni gira attorno alla terra ed è un laboratorio scientifico. Allora mi sono chiesta: Come posso raccontare un argomento così complesso tecnico scientifico in un modo semplice per essere compresa da tutti? La soluzione è stata di non informarmi prima, come si fa di solito, e di fare in modo che anche io prendessi le cose così come mi si presentavano: se capisco io, capiranno anche tutti quelli che vedranno il film..."
 
LO SPAZIO
 
"Lo spazio e'  l'unico ambiente al momento  dove esiste cooperazione di tutti i Paesi" conclude la regista "ovviamente ne sono esclusi alcuni come la Cina. Già Stati Uniti e Russia mi sembra una collaborazione interessante rispetto alla situazione generale geopolitica! Si riescono a raggiungere obiettivi importanti insieme. Il messaggio che vuole avere anche questo documentario è che nello spazio succede, e si riescono ad ottenere dei risultati importanti tutti insieme, risuktati che avranno una ricaduta sulla Terra. Perché non prendere spunto da questo settore per fare in modo che si possa cooperare anche in altre sfere?"
 
LA CRITICA CINEMATOGRAFICA
 
Riportiamo quanto affermato dal noto critico Pino Farinotti, autore dell'indispensabile e autorevole "Il Farinotti 2018. Dizionario di tutti i film: "I crediti dell'opera sono cospicui: l'ASI, Agenzia Spaziale Italiana, la ESA, Agenzia Spaziale Europea, e la NASA. Dunque un film che fa più storie: del documentario e della scienza, con implicazioni che vanno ben oltre, che riguardano una ricerca ormai indispensabile rispetto al nostro destino, quella dello sviluppo sostenibile, che cerca una soluzione per assecondare le necessità del presente senza compromettere quelle delle generazioni che verranno. È in questa "missione" che si inserisce l'opera di Bonavina con Nespoli, che diventa una proposta di tanti, nobili sincretismi che si traducono in immagini e racconti che si possono intendere come scienza applicata alla cultura e a una vocazione umana. Lo strumento di racconto è rigoroso e decisamente ricco". 
 
FUGGIRE DALLA TERRA O SALVARLA?
 

E’ stato questo il leitmotiv al centro dell’incontro-dibattito che si è tenuto al SIAM1838 a Milano, ente morale che si occupa di formazione e promozione di mestieri utili, in occasione dei suoi 180 anni. Ospite d’onore l’astronauta italiano Paolo Nespoli, protagonista della missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, e narratore del docufilm “Expedition” della regista Alessandra Bonavina che è stato proiettato durante l’evento e che sarà portato in tutte le scuole d’Italia.

Si è parlato anche del concetto di sviluppo sostenibile e in che modo le missioni spaziali possano contribuire a individuare nuovi spazi vitali ad una comunità in continua crescita, alludendo a migrazioni spaziali, oppure possano aiutare a comprendere meglio l’importanza di amare la nostra Terra modificando i comportamenti dannosi a salvaguardia di tutte le specie viventi.

Un lavoro prezioso in questo senso è svolto da Plef, una Fondazione che dal 2003 si occupa di dare concretezza ai principi della Sostenibilità al fine di includerli nelle dinamiche gestionali dell’impresa. Promuovendo inoltre un nuovo modello -  Renaissance Economy – in grado di creare “valore” economico, sociale, ambientale e umano. “Molto importante è la conoscenza e la consapevolezza dei giovani che devono imparare a difendere e ad amare la nostra Terra per poter cambiare quello che non va”, afferma Maria Antonietta Porfirione, vice Presidente Planet Life Economy Foundation (Plef).

E un lavoro preziosissimo arriva soprattutto dalle missioni spaziali, non a caso l’ultima che ha visto come protagonista l’italiano Paolo Nespoli, alla sua terza missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, si chiama appunto VITA. Più di 300 esperimenti sono stati svolti nel corso della missione insieme ad imprese e organizzazioni. Maria Antonietta Porfirione ha voluto sottolineare le quattro parole che identificano l’uomo e che descrivono Paolo Nespoli: “Generosità, lavoro, passione e speranza”.

IL DOCUFILM

Si apre con una domanda ricorrente a Paolo Nespoli il primo docu-film dedicato a una missione spaziale “Expedition”: “Hai paura?”. Nespoli, che è il narratore del cortometraggio risponde senza esitare: “Si prova paura quando si è in una situazione sconosciuta. Ma è una rotellina che lavora assieme ad altre rotelline. Gli addestramenti sono molto più duri di quello che poi accade in orbita quindi non ho paura. Sono un lavoratore spaziale”.

Autrice dell’opera è la regista Alessandra Bonavina: un materiale inedito perché conduce lo spettatore dietro le quinte della missione spaziale Expedition 52/53, la missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana. Non le solite riprese in orbita ma tutto quello che accade prima del lancio: i durissimi addestramenti a Houston negli Stati Uniti e in Russia a -20°, i tantissimi e preziosissimi esperimenti, le simulazioni di situazioni catastrofiche e l’aspetto tecnologico della missione.

L’acronimo VITA sta per Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità ed è stato scelto da ASI, che ha fornito la missione attraverso un accordo bilaterale con la NASA. Il vasto programma scientifico della missione VITA ha compreso esperimenti di biologia, fisiologia umana nonché monitoraggio dell’ambiente spaziale, scienza dei materiali e dimostrazioni tecnologiche, sia per migliorare la vita sulla Terra che per prepararsi alle future esplorazioni abitate dal nostro sistema solare.

“Gli esperimenti si svolgono prima della missione per avere una base di dati, poi si fanno in orbita e infine si rifanno sulla Terra per capire come sono cambiati questi dati”, spiega Nespoli nel docu-film. Tra questi c’è MARES, una ricerca sull’atrofia muscolare o PERSEO un esperimento dell’Agenzia Spaziale Italiana che ha creato una specie di corazza per proteggere l’uomo dalle radiazioni solari che potrebbero creare seri danni nelle missioni interplanetarie. E grazie al coinvolgimento di aziende italiane Paolo Nespoli ha potuto “offrire” ai colleghi, il russo Sergei Ryazansky e l’americano Randy Bresnik, piatti tipici della nostra tradizione in orbita: lasagne, risotto alla milanese e un buon caffè.

“Alcune volte gli esperimenti sono molto duri. Ma non mi dà fastidio essere una cavia purché si ottengano risultati positivi”, afferma Nespoli nel docufilm. Un altro aspetto che l’astronauta sottolinea è l’importanza della fiducia nella squadra, “è fondamentale perché affidi la tua incolumità all’altro”. E infatti si lavora molto sull’addestramento di squadra soprattutto per affrontare al meglio le situazioni di emergenza. L’esame finale si svolge in Russia, gli astronauti devono dimostrare di saper affrontare e risolvere difficoltà e malfunzionamenti durante la spediazione.

LA GREEN ECONOMY

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“La Stazione Spaziale e la Terra hanno molte similitudini”, afferma Edoardo Croci, docente all'Università Bocconi e coordinatore dell'Osservatorio Green Economy. “Là e qui per esempio l’acqua è una risorsa scarsa”. E anche se lo spazio è il luogo più inospitale per l’uomo è dalla Stazione Spaziale che si trova a 400 Km dalla Terra e che ruota a una velocità di 28.500 Km/h che possono arrivare tante risposte e soluzioni ai nostri problemi. Ecco perché fuggiamo dalla Terra per salvarla.

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