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Giove, è caccia ai suoi segreti. La Nasa: "Pianeta conquistato"

"Abbiamo conquistato Giove". Alla Nasa festeggiano l'arrivo nell'orbita del pianeta della sonda spaziale Juno, che indaga sulla nascita del sistema solare. "Siamo qui, siamo in orbita", ha detto Scott Bolton, uno scienziato a capo del progetto che ha avuto nel Jet Propulsion Laboratory a Pasadena, in California, il luogo in cui "un sogno si e' tramutato in realta'". Juno e' stato lanciato nello spazio cinque anni fa da Cape Canaveral, in Florida, e ha viaggiato per 2,7 miliardi di chilometri prima di bissare alla porta del piu' grande vicino della Terra. Da oggi prede il via una missione che in venti mesi cerchera' di verificare quanta acqua vi sia in Giove e come si siano formati i giganti gassosi qualche miliardo di anni fa.

E' CACCIA AI SEGRETI DI GIOVE - Lanciata nell'agosto del 2011 dalla base militare di Cape Canaveral, in Florida, la sonda Juno ci aiutera' a capire origine ed evoluzione di Giove. La missione si inserisce nel Programma New Frontiers della NASA, costituito da una serie di missioni spaziali altamente specializzate e a medio costo, non superiore a 700 milioni di dollari. Juno, grazie alla sequenza programmata di accensione dei razzi si e' da poco inserita nell'orbita di Giove. E' la sonda alimentata a energia solare ad essersi spinta piu' lontano dalla nostra stella madre, anzi e' la prima sonda a energia solare specificamente progettata per operare a queste distanze grazie a grandi pannelli solari: ognuno lungo 9 metri e con ben 18.698 celle solari. Le osservazioni andranno dalla magnetosfera all'interno del pianeta stesso. Proprio da questo il nome della missione: la mitica Giunone (Juno, appunto), moglie di Giove, fu infatti in grado di scoprire i segreti del marito riuscendo a dissipare la fitta coltre di nubi in cui si celava. La missione prevede il completamento di oltre trenta orbite attorno a Giove prima della sua conclusione, prevista per il 2017. E anche attorno a Giove l'Italia c'e'.

Juno ci offrira' una visione dettagliata del pianeta e dell'ambiente a esso circostante. E questo grazie al suo straordinario equipaggiamento, composto da ben 10 strumenti scientifici. Il nostro paese e' protagonista con due degli strumenti a bordo: JIRAM (Jupiter InfraRed Auroral Mapper) per le studio delle aurore e dell'atmosfera e un transponder in banda Ka per studi gravitazionali. JIRAM e' stato fornito dall'Agenzia spaziale italiana (Asi) e sviluppato con il supporto scientifico dell'Istuto nazionale di astrofisica (Inaf): principal investigator dello strumento e' Alberto Adriani dell'Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell'Inaf di Roma. JIRAM appartiene a una famiglia di strumenti che stanno attualmente volando a bordo di diverse missioni spaziali: VIRTIS su Rosetta e Venus Express, VIR a bordo di Dawn della NASA e VIMS, il primogenito della famiglia, sulla missione Cassini NASA-ESA-ASI, in orbita attorno a Saturno. Tutti strumenti ideati dal gruppo di ricerca guidato dalla compianta Angioletta Coradini, planetologa INAF scomparsa cinque anni fa. JIRAM, che e' in grado di produrre sia spettri sia immagini, ha lo scopo primario di esaminare gli strati piu' esterni dell'atmosfera gioviana nell'infrarosso, spingendosi fino a livelli di profondita' di circa mille chilometri. KaT (Ka-Band Translator), anch'esso fornito dall'Asi e realizzato da Thales Alenia Space Italia con il supporto del team scientifico dell'Universita' di Roma La Sapienza, sara' invece dedicato allo studio della composizione interna del pianeta e sul suo campo gravitazionale. Determinare, ad esempio, quanta acqua sia presente nell'atmosfera gioviana ci permettera' di capire quale sia la teoria piu' corretta riguardo la formazione del pianeta fra quelle ad oggi ancora dibattute, o se sia piuttosto necessario formularne di nuove. Comprendere i segreti di Giove ci aiutera' a fare chiarezza sulle origini del nostro Sistema solare. Juno cerchera' di determinare la struttura interna del pianeta per comprendere se sia presente una componente solida, esplorera' la magnetosfera polare e ricerchera' l'origine del campo magnetico, misurera' l'abbondanza di acqua, caratterizzera' i venti nella bassa atmosfera e le abbondanze relative di ossigeno e azoto, oltre le variazioni dovute a fenomeni atmosferici. Insomma dovra' aiutarci a capire davvero chi e' Giove. Un altro obiettivo della missione sara' studiarne le aurore boreali, gia' osservate dalla Terra, comprendendone i meccanismi, al fine di studiare il campo magnetico del pianeta e la sua interazione con l'atmosfera. La sonda porta con se' anche una placca dedicata a Galileo Galilei, fornita dall'Asi: una copia in alluminio dell'originale manoscritto in cui Galileo ha descritto per la prima volta le 4 lune di Giove, note infatti come lune galileiane. A bordo anche 3 figurine LEGO, che rappresentano Galileo, Giove e sua moglie Giunone.

Spazio: Inaf, con missione Juno gran risultato per Italia - "Un altro grande risultato per l'Italia e per l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), che ha la responsabilita' scientifica di Jiram, strumento made in Italy a bordo della missione Juno, ideato dal gruppo di ricerca guidato dalla nostra planetologa Angioletta Coradini, scomparsa cinque anni fa. Si apre ora un nuovo affascinante capitolo dell'esplorazione di Giove, in cui i ricercatori dell'Inaf giocheranno un ruolo da assoluti protagonisti". Lo ha detto Nicolo' D'amico, presidente dell'Inaf commentando l'entrata in orbita di Giove della sonda Juno della Nasa. Jiram e' il secondo spettrometro ad immagine che esplorera' Giove. Lo scopo e' quello di esaminare gli strati piu' esterni dell'atmosfera gioviana nell'infrarosso, arrivando a pressioni fino a 5-7 bars. Jiram e' in grado di produrre sia spettri sia immagini, grazie alla presenza di due strumenti in uno. "Finalmente dopo undici anni di lavoro di cui 5 di viaggio attraverso lo spazio siamo finalmente a Giove, la meta tanto attesa! E adesso arriva il bello: non vediamo l'ora di accendere i nostri strumenti e raccogliere i primi dati scientifici, che ci permetteranno di svelare molti aspetti ancora ignoti del piu' grande e ostile di tutti i pianeti del nostro Sistema solare!", ha detto Alberto Adriani, ricercatore dell'Inaf, principal investigator dello strumento Jiram.

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