Culture
I soldi? Non servono a nulla








di Lucilla Noviello
La storia è così semplice che ci sembra di essere davanti al telegiornale: un uomo va in prigione al posto di un altro - un politico - e costui lo ricompensa con denaro. Ma all'interno di questi eventi, scritti da Nino Marino, ci sono gli attori Fabio Gravina - che cura anche la regia - e Arianna Ninchi, Tito Manganelli, Gianni Franco e Matteo Micheli, che senza mai perdere il ritmo né una battuta di movimento, animano una semplice girandola - senza isterismi scenici ma con battute la cui facilità non è mai scontata - muovendo il sorriso e il riso di un pubblico che, pur non aspettandosi altro che leggerezza, si diverte parecchio nella semplicità di un'opera, senza pretese didattiche ma che si evolve non scadendo nella volgarità né nella noia drammaturgica. Fabio Gravina è regista attento e interprete instancabile. A volte pensiamo di essere di fronte a un palcoscenico del cabaret, perché la sua recitazione ci fa pensare e ricordare un certo modo di recitare - sebbene lui non ammicchi mai al pubblico - mentre poi, i movimenti degli attori e le trovate sceniche - piccole e contenute ma efficaci - ci rammentano che siamo a teatro, e che anche l'autore di questi testi, Nino Marino, ha una lunga carriera di sceneggiatore. Perciò anche la trama va oltre le aspettative e troviamo amanti e mariti in posizioni sociali particolari che costruiscono inaspettate soluzioni per non intralciarsi durante la gestione di una vita quotidiana - che trattandosi di quella di un deputato poco trasparente è poco quotidiana e molto speciale. Ci sono allora avvocati evocati e avvocati presenti; fidanzate possibili e fidanzate in carica; e c'è poi un maggiordomo con baffi appuntiti e giacca che può perdere il posto di lavoro ma mai la calma.
I soldi non servono a niente, di Nino Marino, diretta e interpretata da Fabio Gravina con Tito Manganelli, Arianna Ninchi, Gianni Franco e Matteo Micheli. Al Teatro Prati di Roma fino al 31 gennaio 2016 e poi in tournè.