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Culture
Intervista al maestro liutaio Giorgio Grisales
Giorgio Grisales

Nel 2012 l’Unesco ha inserito ufficialmente la Liuteria di Cremona nella lista del Patrimonio Immateriale dell’umanità, ma già da secoli la città lombarda è conosciuta in tutto il mondo per l’arte di saper fare i migliori violini in circolazione. Non solo violini, in realtà: viole, violoncelli, contrabbassi che finiscono nelle mani dei più celebri musicisti provenienti da ogni Paese.

Proprio in questi giorni essi si ritrovano a Cremona in occasione dello Stradivari Festival, che prende il nome dal più noto costruttore di violini nella storia di questo strumento, non a caso originario di qua. Protagonisti del festival che dura fino al 14 ottobre sono alcuni nomi altisonanti come James Ehnes, Kirill Troussov, Maxim Vengerov, Sergej Krylov, Vladimir Spivakov e altri, accompagnati da preziosi strumenti per una serie di concerti all’Auditorium Giovanni Arvedi.

Per capirne l’importanza e per immergerci davvero nella suggestiva atmosfera che si respira a Cremona in questi giorni, Affari Italiani ha avuto il privilegio di poter visitare la bottega del maestro Giorgio Grisales, in cui si lavora duro per dar vita a dei piccoli capolavori. Grisales, nato in Colombia nel 1963 e trapiantato in Italia dal 1882, è oggi uno dei punti di riferimento per quanto riguarda l’arte della liuteria, apprezzato non solo per gli strumenti che produce, ma anche per il restauro e la vendita di pezzi antichi, rari, di estremo valore. Inoltre, è Presidente del Consorzio Liutai “A. Stradivari” di Cremona, nato nel 1996 allo scopo di promuovere e valorizzare la liuteria contemporanea cremonese.    

I violini di Giorgio Grisales

Dalla Colombia a Cremona all’età di soli diciannove anni. Che cosa l’ha spinta a una scelta tanto coraggiosa?

“La passione. Sono venuto fin qui per imparare al meglio l’arte di costruire e restaurare violini. All’epoca avevo già un forte interesse per la musica, così quando vidi un documentario dell’Istituto Italiano di Cultura su Cremona abbandonai la facoltà di Medicina e mi trasferii qui, dove frequentai la Scuola Internazionale di Liuteria, seguita dalla Scuola Civica di Liuteria a Milano. L’intenzione era quella di apprendere il mestiere e tornare in patria, ma realizzai ben presto che se volevo diventare qualcuno in questo campo la mia strada era qua, non in Colombia. Così rimasi, e non me ne sono mai pentito”

Come funziona la sua bottega, considerata una delle migliori al mondo?

“A differenza di altre, questa è la classica bottega come ai tempi di Stradivari, in cui c’è la figura di un maestro e attorno dei collaboratori e allievi che devono imparare a fare tutto, acquisendo una tradizione orale derivante dal Settecento. Accogliamo studenti da ogni dove, poiché in questo mestiere d’arte la pratica è essenziale, oltre alla teoria”

Come nasce un eccellente violino?

“Attraverso un mix di elementi: il liutaio deve possedere la tecnica, la passione, la curiosità di conoscere in profondità questo complesso settore e un’ampia cultura al riguardo. Lo strumento deve poi fondere insieme in un connubio perfetto la parte estetica con quella acustica: per fare ciò si valutano con attenzione le essenze, il legname, gli accessori, i materiali scelti talvolta in Paesi molto lontani. Infine c’è l’interazione costante con il cliente, per personalizzare il violino in base ai suoi gusti ed esigenze”

C’è però anche un’altra interessante parte del suo mestiere che riguarda la ricerca, il restauro e la vendita di strumenti antichi.

“Sì, solitamente elementi con una caratteristica acustica importante che risalgono fino al Settecento. Li desiderano soprattutto i grandi solisti oppure gli amanti della musica interessati a fare un buon investimento, poiché si tratta di beni rifugio che arrivano a costare anche milioni di euro, specialmente se si tratta di Stradivari d’epoca. Dunque una realtà ben più vasta e articolata di quanto di potrebbe immaginare”.

Per maggiori informazioni: www.grisales.com; www.stradivarifestival.it.

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