Le "cinque leggi bronzee dell'era digitale" secondo Francesco Varanini - Affaritaliani.it

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Le "cinque leggi bronzee dell'era digitale" secondo Francesco Varanini

Il nuovo saggio dell'etnografo e ricercatore sociale di formazione, in libreria dal 10 settembre

"Non siamo inforg, non siamo robot, non siamo algoritmi, non siamo macchine. Siamo esseri umani". È questo l'assunto da cui parte "Le cinque leggi bronzee dell’era digitale. E perché conviene trasgredirle", il nuovo libro di Francesco Varanini, etnografo e ricer­catore sociale di formazione, in libreria dal 10 settembre.

Un saggio sul rapporto uomo-macchina da una prospettiva tutta umanistica: da Kant, Leibniz, Frege, Pascal, passando per Leopardi e Goethe, fino a Elon Musk e le macchine a guida autonoma: il mondo digitale di oggi non è che l’ultima manifestazione del pensiero illuministico.

Goethe e Leopardi introducono a una ori­ginale lettura della cultura digitale. Una propaganda interessata parla ai cittadini di radicale rottura con il passato. Eppure, que­sta stagione, in cui si celebrano i fasti di macchine e delle loro estreme incarnazio­ni – le Intelligenze Artificiali –, non è che l’ultima manifestazione dell’Illuminismo. Il mito del Progresso si conclude nel progetta­re macchine destinate a prendere il posto di noi esseri umani.

Guru del nuovo tempo insistono nel ricor­dare ai cittadini la loro ignoranza, e quindi la loro incapacità di capire. L’innovazione è presentata come fatale manifestazione di Leggi di Natura, di fronte alle quali lo spazio per il libero arbitrio si riduce fino ad azzerarsi.

Le "Cinque Leggi" sintetizzano in modo chia­ro e evidente questa interpretazione canoni­ca della novità digitale. Serve conoscere le cinque leggi per poterle trasgredire: ricollocata la novità nella storia, smasche­rato il linguaggio tecnico, è possibile torna­re ad una lettura politica. Le macchine digi­tali sono il nuovo strumento di governo. Il tecnocrate è la figura dominante e il cittadino ridotto a utente di servizi digitali. L’il­lusoria convinzione di avere a disposizio­ne una crescente potenza di calcolo porta a perdere il senso del limite e della misura.

La presenza di macchine digitali, così, fini­sce per essere un benvenuto monito: ci spin­ge a tornare ad apprezzare, per differenza, la nostra umanità.

Francesco Varanini si occupa di processi di cambiamento legati all’innova­zione tecnologica. Dirigente d’azienda, ha condotto progetti di sviluppo informatico. Nel 1999 ha ideato e diretto il primo Ma­ster in Italia dedicato all’e-business e alla cultura digitale. Ha insegnato Informatica Umanistica all’Università di Pisa. L’attività di docente e consulente si nutre del paralle­lo impegno come critico letterario.

Tra i suoi libri, ricordiamo Viaggio lettera­rio in America Latina, Romanzi per i mana­ger, e per le edizioni Guerini Le parole del manager, Contro il management, e Macchi­ne per pensare, primo tomo del Trattato di Informatica Umanistica.