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Culture
Martin Scorsese celebra Bob Dylan con il docu-film "Rolling Thunder Revue"

Dopo averne raccontato la vita nel biografico 'No direction home', Martin Scorsese torna a firmare un nuovo documentario su Bob Dylan. Su Netflix è uscito infatti "Rolling Thunder Revue", il racconto, attraverso interviste, ricostruzioni quasi fiction e immagini di repertorio, della tournee che il premio Nobel per la Letteratura tenne a cavallo tra la fine del 1975 e l'inizio del 1976.    

"Rolling Thunder Venue (Il Varietà del Tuono Rotolante, ndr) non voleva dire proprio niente" ironizza a inizio film il cantante, scuotendo la testa quasi a chiedersi come gli possa essere venuto un nome del genere. L'idea, in realtà, nacque nell'estate del 1975: BobDylan stava per pubblicare il suo ultimo lavoro 'Desire' e, per lanciare l'album, decise di portare in tour un vero e proprio circo itinerante di musicisti e letterati: tra loro, l'anima sorella folk Joan Baez, Roger McGuinn dei Byrds, il chitarrista britannico Mick Ronson, il padre della beat generation Allen Ginberg e lo scrittore e attore Sam Shepard. Quello che ne venne fuori fu un viaggio all'interno di un'America alla ricerca di una sua nuova identità, proprio come Dylan.    

Dal 30 ottobre del '75 al 26 maggio del '76, il 'Rolling Thunder Revue' contò un totale di 57 concerti: invece che negli stadi e grandi città, gli show si divisero soprattutto tra piccole sale da concerto e in cittadine di provincia, con spettacoli pomeridiani in parchi pubblici o soiree intime in teatri di periferia. Le platee stentavano a contenere il pubblico, come del resto i palchi faticavano a sostenere quella sarabanda di musicisti. Nella tournee "on the road" di quella folle carovana di menestrelli rock, Scorsese racconta lo spaccato di un'America confusa e frastornata dalla disillusione di una generazione inghiottita nel baratro del Vietnam. Uno stato d'animo che il regista ritrova negli atteggiamenti di quel Bob Dylan di metà anni Settanta: durante il tour, il cantante non sembra avere mai l'impressione di sapere dove andare o di chi potrebbe incontrare per strada. 

Seduto sul bus che lo trascina tra una città e l'altra, Dylan appare completamente perso e Scorsese, nelle sue due ore di documentario, rimarca spesso questa sensazione di smarrimento dell'artista. Tuttavia il regista sottolinea come in quegli Stati Uniti sperduti e claudicanti, Dylan sia stato uno dei pochi ad esser riuscito a tracciare un solco profondo e a indicare una strada alternativa all'uomo medio americano in crisi d'identità.    Come ha scritto il critico cinematografico David Ehrlich, "Rolling Thunder Revue è una storia mitica di auto-invenzione, è una seduta spiritica per la speranza che continuiamo a cercare come paese e poi perdiamo lungo la strada. È il delirante tentativo di Scorsese di catturare l'imprevedibile energia di un'idea troppo potente per riuscire a conservare qualsiasi forma permanente".

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