Culture
Mostre/ A Brescia l'arte incontra il cibo: un viaggio lungo 400 anni














di Simonetta M. Rodinò
La prima iniziativa targata Expo 2015 è un viaggio nell'arte, nel cibo e nei luoghi attraverso le diverse correnti pittoriche susseguitesi nel corso di quattrocento anni, dal Barocco al Rococò, dal Romanticismo ottocentesco alle avanguardie del Novecento. La mostra "Il cibo nell'arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol", da questo sabato a Palazzo Martinengo di Brescia, accompagna infatti lo spettatore lungo un cammino che dalle prime nature morte giunge alle più recenti interpretazioni legate all'alimentazione. La curiosa rassegna appare però sbilanciata per l'eccessivo spazio dedicato alla pittura antica. L'esposizione - un centinaio di lavori - si snoda lungo i due piani del Palazzo cronologicamente e segue un criterio tematico, suddiviso in dieci sezioni. Nella prima sala "L'allegoria dei cinque sensi": in epoca barocca il genere della natura morta trovò molta diffusione nel collezionismo privato. I dipinti destinati ad abbellire i ricchi saloni delle ville erano realizzati da artisti che ritraevano i cibi con il massimo senso di realismo. Ecco per la prima volta riunite le tele cinquecentesche "Mangiatori di ricotta" e "Mangiafagioli" di Vincenzo Campi. Il secondo segmento è il viaggio compiuto dal cibo: dai mercati giunge nelle dispense per essere conservato e arrivare poi in cucina. Una piccola stanza è dedicata a "Guardiano dell'orto", una delle tre sculture arcimboldesche conosciute al mondo, realizzata in pietra grigia da un artista anonimo della metà del XVII secolo.
Ciascuna delle sezioni successive riguarda ogni singola categoria di cibi: dalla frutta alla verdura, dai pesci e crostacei alla cacciagione da penna e da piuma, dai salumi e formaggi alla carne, per poi chiudere con dolci, vino e liquori. Sala dopo sala, si scopre che i pittori tra XVII e XIX secolo amavano rappresentare cibi e prodotti tipici delle loro terre d'origine. Così, "i maestri napoletani si cimentavano in composizioni con i profumati agrumi della costiera amalfitana, oppure con pesci e crostacei gettati ancora vivi sugli scogli dopo una battuta di pesca; i pittori toscani ed emiliani riservavano particolare attenzione alla descrizione dei vari tipi di salumi, formaggi e pane; i lombardi alla cacciagione e i romani alla frutta e alla verdura che la fertile campagna laziale regalava in abbondanza", spiega il curatore Davide Dotti.
Interessante la testimonianza pittorica sulla discrepanza tra l'alimentazione dei ricchi, appannaggio di pochi privilegiati e quella dei poveri, costretti ad accontentarsi del poco che bastava per sopravvivere.
Si giunge poi nella decima sala dove s'incontrano i lavori del XX secolo: ecco la tavola imbandita dell'Ultima cena leonardesca riveduta in chiave pop da Andy Warhol, accanto alla serigrafia della sua famosissima Campbell's Soup, il collotype su carta raffigurante la "Chiquita Banana" di Mel Ramos, due splendide e baroccheggianti foto di David LaChapelle, ma anche opere di Magritte, de Chirico, de Pisis, Manzoni, Fontana, Lichtenstein…
"Il cibo nell'arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol"
Palazzo Martinengo - via dei Musei 30 - Brescia
24 gennaio - 14 giugno 2015
Orari: da mercoledì a venerdì: 9.00 - 18.00; sabato, domenica e festivi: 10.00 - 20.00
lunedì e martedì chiuso
Ingressi con audioguida inclusa: € 10 intero- € 8 ridotto
Infoline: 030/5785122
Catalogo: Silvana Editoriale
www.mostraciboarte.it